sabato 20 novembre 2010

Con gli stivali e il cappellino in testa, tutto qua

Chissà se tu mi penserai,
se con gli amici parlerai.

Oggi pomeriggio sono stata a comprarmi gli stivali di gomma nuovi, perché gli altri erano scomodissimi, con le cuciture sotto il piede e stelle a righe da vedere. Mia madre voleva farmi prendere quelli del mondo di Patty perché secondo lei erano fatti meglio, più isolati dentro. Le ho detto che piuttosto di prendere quelli, sarei andata nell’acqua con le Adidas. Non c’era verso di farle capire, ma alla fine ho preso quelli viola scozzesi, quelli che a lei non comodavano. Potrei morire, invece di prendere Patty. Tra l’altro avevo strafretta, sennò mi sarei fermata molto volentieri a vedere le scarpe da ginnastica, le Adidas sono distrutte e muoio dalla voglia di prendermene un paio di alte. Ma non me le prenderanno mai, lo so già. Non ho neanche guardato quanto venivano.
Sono arrivata al cg alle 16.38, in clamoroso ritardo di otto minuti, e non si sa come mai erano già tutti lì, che di solito non arrivano mai puntuali. Marco mi ha subito chiesto: “Dov’eri?”. Adoro che si preoccupi per me, anche se è solo per farsi i cavoli miei. Gli ho raccontato degli stivali e delle corse in macchina come dei cretini perché dicevo che ero in ritardo. Quando vuole, mio padre pesta sull’acceleratore che è un piacere.
La Ele è in crisi perché il suo migliore amico le corre dietro (e gliel'ha detto chiaro e tondo) e a lei non piace, ma invece di dirgli semplicemente di no, si sta facendo un miliardo di pare e piange. Sta facendo diventare matta anche me.

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