giovedì 2 dicembre 2010

Ma non è facile, lo sai

Una bella favola mi ha raccontato che
là sopra il tetto azzurro dell’immensità
con prati ed alberi
c’è un giardino che confini non ne ha
[…]
su questa terra un fiore nuovo spunterà
sarà bellissimo
dal profumo che fa un gesto di bontà
e già l’aspettano.
Il dolore di un lutto si articola in cinque fasi:
1. negazione
2. rabbia
3. auto-recriminazioni
4. depressione
5. accettazione
Mia nonna è morta un anno fa.
Sono passata dalla negazione alla rabbia alle auto-recriminazioni più o meno in un paio di ore. Mi ricordo. Mi ricordo di come all’inizio non mi cambiava la vita, di come mi sono poi resa conto che non ci sarebbe più stata, di come ho pianto perché egoisticamente la volevo ancora con noi.
Sono arrivata alla fase cinque, anche se in particolari momenti tendo a scivolare nuovamente nella fase quattro.
La verità è che, pur non avendola mai considerata molto, manca. Manca perché ti accorgi delle cose che non ci sono quando non le hai più.
L’altroieri sono stata in cimitero. Mi andava. Erano le cinque meno qualcosa, e non si vedeva niente, solo le luci delle tombe, tutte uguali. Una volta mio nonno aveva la lampadina rossa, ma ora che l’hanno cambiata non si vede più, ora è uguale alle altre e non illuminano nemmeno la foto sulla lapide, figurarsi il pavimento.
Non ho cantato, non ho parlato, non ho pregato. Sono stata lì a guardare le due lapidi vicine, pensando a ciò che mi aveva detto un amico. Quando la chiuderanno, allora saprai che è finita davvero.
Ma ricorda, kat, Don Bepi dice che stanno lì a dormire. La morte non esiste, perché Dio ha creato l’uomo eterno. La morte è un’invenzione dell’uomo.
L’ultimo nemico ad essere distrutto sarà la morte (1Cor 15,26)
Perciò, nonna, se tu adesso stai bene dove sei, se è vero che la morte è solo un’invenzione, vuol dire che un giorno ci vedremo di nuovo. Vuol dire che potrò chiederti scusa per quando non si sono stata. Vuol dire che potrò ancora stare sotto al tuo ombrello come quando ero piccola ed eravamo felici.
E se mi viene da piangere mentre ci penso, se le lacrime cadono sulla tastiera senza che io possa fermarle, se scrivo ad occhi chiusi perché non ci vedo fuori, non vuol dire che sono triste. Forse sto solo aspettando che arrivi quel momento, perché adesso manchi.

Cos’è una goccia d’acqua se pensi al mare
un seme piccolino di un melograno
un filo d’erba verde in un grande prato
una goccia di rugiada, che cos’è?
[…]
qualcuno dice “un niente”, ma non è vero.

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