sabato 8 gennaio 2011

When I grow up

Sbatto la testa al muro e mi chiedo cosa voglio fare da grande. Sbatto la testa in modo figurato, e ignoro il fatto di essere già grande. Quando scriverò le mie memorie (che consisteranno in una versione molto censurata dei miei diari, cambiando magari i nomi) ammetterò che ho scelto l’uni per far stare zitti i miei, perché sopportare i loro commenti e pure la mancanza di un certo ragazzo per un’intera estate mi avrebbe ucciso. Ammetterò che vado a scuola per inerzia e non imparo niente, perché nonostante tutto non mi interessa per niente.
Da piccola sapevo cosa volevo fare da grande.
Da piccola volevo fare la cameriera (avreste dovuto vedermi, a otto anni a servire in tavola ai pranzi di mia nonna (in genere, io avevo già mangiato)).
Poi volevo fare la cuoca, oppure la pasticcera (il corso di pasticceria durava solo un anno, hai capito).
Poi volevo fare la dj (ero pazza), ma se non altro mi rendevo conto che poteva essere al massimo un passatempo.
Poi non volevo più fare niente. Già alle medie non sapevo più cosa fare, e scegliere la scuola in cui sarei andata dopo è stato un calvario. Perché poi in questi casi, finisci per scegliere la roba meno peggio. Nel senso, io ho scatato tutti i posti in cui c'era il latino, tutti i posti in cui avrei dovuto restare in convitto (l'alberghiero, per esempio), tutti i posti in cui si facesse un sacco di matematica. Non sono sicura che sia giusto scegliere così, tirando indietro il culo, tuttavia non credo di conoscere altri modi. E non so ancora cosa farò da grande (cioè, potremmo dire, quando finalmente uscirò dall'uni).

Jessica Stanley
(Anna Kendrick)
nel film Eclipse
All'età di 5 anni ci chiedevano cosa volevamo fare da grandi, e noi rispondevamo cose tipo astronauta, presidente o, nel mio caso, principessa.
Quando ce lo richiedevano a 10 anni noi rispondevamo rockstar, cowboy, o, nel mio caso, medaglia d'oro olimpica.
Ma ora siamo cresciuti, perciò ci chiedono una risposta seria: Quindi noi rispondiamo "e chi cavolo lo sa!"
Questo non è il momento di prendere decisioni definitive, adesso è il momento di sbagliare, di prendere il treno sbagliato e di arrivare chissà dove, di innamorarsi: spesso, di scegliere filosofia perché nessuno farà mai carriera con filosofia, di cambiare idea, poi ricambiarla perché niente è immutabile...
Perciò fate più sbagli che potete, così quando ci chiederanno che cosa vogliamo fare non tireremo più ad indovinare, ma lo sapremo.

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