domenica 27 febbraio 2011

Incontri ravvicinati del sabato sera

Ieri sera ero fuori coi contadini e, dopo aver giocato per un po’ a bowling (loro, io stavo a spettegolare allegramente con le mie amiche) siamo andati in un posto a bere qualcosa. Nella compagnia dei contadini c’è anche uno da Ponte, che dopo poco che c’eravamo seduti ha visto dall’altra parte del locale due tizi di cui ha praticamente urlato i nomi. Il che non sarebbe stato un problema, se i due in questione non fossero il fratello del migliore amico del mio ex (conosciuto come “lo scemo”) e un altro suo amico. Della serie: Dio, ti prego, fa che non sia qui anche lui. Mezzo infarto preventivo. Le mie amiche non ci avevano fatto troppo caso perché non si erano mai interessate troppo ai suoi amici. Nemmeno io, a dire il vero, però parlando venivano sempre fuori i loro nomi e così ho dovuto imparare ad associarli alle persone e tutto il resto.
Dopo il mezzo infarto, ho fatto finta di niente, come se non conoscessi nessuno, fino al momento in cui lo scemo è passato a due metri da me, fuori dalla vetrata del bar. Se Dio vuole, non mi ha visto. È rimasto fuori per un po’ a finire la sigaretta insieme ad altri suoi amici, poi è entrato nel momento preciso in cui noi ci stavamo alzando per andare via. Ho avuto una tale botta di culo che, quando avremmo dovuto incrociarci, lui si è girato a salutare qualcuno che aveva visto e mi ha dato le spalle. La verità è che non sono sicura che mi andasse di rivederlo, specialmente dopo che non lo sento da almeno un mese e mezzo, da quando abbiamo lasciato in sospeso la questione se vederci o no. Quando l’ho visto passare fuori dalla vetrata sono diventata viola, il che è tutto dire, quindi non penso che avrei avuto abbastanza faccia tosta da andare perfino a salutarlo. Forse è stato meglio che non se ne sia accorto.

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