martedì 1 maggio 2012

Recensioni: Un segreto non è per sempre

Un segreto non è per sempre è un romanzo giallo di Alessia Gazzola. Della stessa autrice potete trovare in libreria anche il precedente, L’allieva, che sinceramente ritengo di un livello più basso, ma considerato che è un libro d’esordio non posso neanche lamentarmi troppo. Ho letto di peggio.
Attenzione: anticipazioni sulla trama.
Alice Allevi è una specializzanda all’Istituto di Medicina Legale di Roma. Lei è un po’ in wonderland e i suoi capi, il Supremo e la Wally sono uno peggio dell’altro. Anzi, sembra di capire che la Wally sia peggiore. Tra l’altro, Alice ha una storia col figlio del Supremo, ma questo non cambia niente. Sopra di lei ci sono anche altri due medici, il dottor Anceschi e il dottor Conforti. Un giorno vengono incaricati di procedere con una perizia psichiatrica sul noto scrittore Konrad Azais che i figli vogliono far interdire, e qui veniamo a conoscenza di tutto l’harem Azais, quattro fratelli e mogli e figlie e badante, ma sul momento non sembra fondamentale. Pochi giorni dopo, però, Konrad Azais viene trovato morto. Apparentemente sembra una morte naturale, ma accanto al cadavere viene trovata una lettera che sembrerebbe scritta dallo stesso Azais annunciando il suicidio. Da questo momento in poi, iniziano le indagini dell'ispettore Calligaris e di Alice, che pur essendo un medico sembra più portata per fare la detective, e seguono una serie di situazioni ingarbugliate e di personaggi con cui fare confusione, fino alla soluzione finale. (E poi, non finisce. L’ultima frase ti fa venire voglia di comprare il seguente, perché sei curiosa come una scimmia).
Sapete, il primo non mi era piaciuto perché la copertina prometteva bene, con seghe da autopsia e cose del genere, e poi invece di autopsie non ce n’era neanche mezza. Poi ho capito che Alice non è come Tempe Brennan, è più come Bridget Jones. Che è non è tutto il giorno a pelare ossa e guardare se si incastrano bene tra loro, è più pasticciona e non ricorda quello che ha studiato prima di arrivare dov’è, e cerca di compiacere i superiori finendo solo per fare pasticci. Non è stupida, semplicemente non è una vera dottoressa, di quelle a cui siamo abituati.

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