mercoledì 27 giugno 2012

Esperimenti di kat: braccialetto di bottoni

La scorsa settimana, mentre andavo in giro su internet alla ricerca di idee per i lavoretti dei centri estivi, mi sono imbattuta nella foto di un braccialetto di bottoni e da quel momento mi è venuta voglia di farmene uno, però a modo mio.

Il mio nuovo braccialetto di bottoni in compagnia degli altri.


Occorrente:
- elastico (di altezza variabile tra 0,5 e 1 cm, a seconda di quanto grandi sono i bottoni)
- bottoni (anche spaiati)
- ago e filo
- fantasia

Procedimento:
Tagliate un pezzo di elastico lungo quanto la circonferenza del polso più un paio di centimetri per chiuderlo. Io con un polso di 15 cm ho tagliato 17 cm abbondanti di elastico, ma potete fare anche meno. Scegliete dei bottoni che siano più o meno tutti della stessa grandezza, e possibilmente più grandi dell'elastico. Io per il mio ne ho usati 10 ma dipende da quanto vicini li mettete. Iniziate a cucire il primo bottone sulla striscia di elastico, tenendo conto che i due capi andranno sormontati e che quindi per il momento non dovete attaccarci niente. Attaccato il primo, procedete con gli altri. Quando tutta la circonferenza del polso è coperta di bottoni, saldate i due capi dell'elastico sormontandoli. Io sopra la cucitura ho attaccato un altro bottone, che mi pareva brutto vedere tutto quello spazio bianco (infatti si vede che è più staccato degli altri, ma due non ce ne stavano).
In alternativa, se vi volete male (o se siete bravi con ago e filo) potete farlo, invece che con l'elastico, con una striscia di stoffa e potete fare un occhiello alla fine di un capo, in modo da farci passare il primo bottone dell'altro capo (per aprirlo e chiuderlo), ma è solo un'idea, che io non ho provato.

domenica 24 giugno 2012

Altalene da sogno

Mentre i miei amici incastrati con la maturità sognano terze prove e orali a nastro, io sogno centri estivi. Tutti sognano quello che li preoccupa, a quanto pare.
In realtà stanotte ho sognato che mangiavo albicocche seduta sul dondolo che avevamo in giardino, con il mio cappellino con la stella in testa, accanto (= praticamente spalmata sopra) a Marco e con qualcuno dei maturandi sull’altro sedile. La cosa più stupida è che il dondolo sono anni che l’abbiamo regalato a degli amici di famiglia che hanno un B&B e un figlia piccola perché io non lo usavo più. A dire il vero, non l’ho mai usato tanto, ma per capire di cosa sto parlando dovete immaginarvi quei dondoli che a volte ci sono negli asili che hanno due sedili da due persone (se si è bambini, anche tre) che si guardano, tutto di ferro a sbarre (i sedili azzurri e la struttura portante rossa, se ve lo volete immaginare meglio). L’aveva fatta mio padre quando io avevo tre anni. (Se ancora non avete capito, scrivete su gogolo immagini “gondola altalena” e immaginatevi una versione più bella e più grande di quello che viene fuori).
Non ci ho mai dondolato granché perché mi faceva venire le vertigini (non so, mi saltellava lo stomaco come nelle montagne russe e poi mi girava la testa), ma era perfetto per sedersi al sole a chiacchierare, muovendolo con un piede attaccato a terra.
E la cosa ancora più stupida è che a un certo momento mi sono chiesta (nel sogno) come facevamo ad essere seduti lì, perché mi rendevo conto che non c’era più da anni. Poi però me ne sono fregata, e sono tornata a spaparanzarmi meglio addosso a Marco, che in piena estate non vedeva l’ora di farsi tenere caldo, con la mia ennesima mezza albicocca in mano.
Se non altro, ho smesso di sognare treni.

giovedì 21 giugno 2012

Fagioli/2

Scusate se mi lamento ancora del caldo, ma sinceramente mi pare che ogni anno sia peggio del precedente (il che potrebbe anche essere). Comunque, per via del caldo la mia famosa pianta di fagioli, che è cresciuta e ha vegetato bene e io non ve l’ho neanche mai fotografata (anzi, sì, ma non mi sono mai ricordata di postarvela) e oggi che ormai era quasi secca ho tirato giù le tegoline che ha fatto. In tutto otto, e avevo piantato tre fagioli (uno non è cresciuto).
Nota per gli italofoni: in questo contest “tegoline” sta per baccelli, non per tegoline da magiare, che in italiano si dice fagiolini.

martedì 19 giugno 2012

Ciao ciao capelli, benvenuta estate

Giusto perché non l’ha detto nessuno in questi giorni, fa un caldo pazzesco. E giusto perché o sappiate, in pianura padana fa un caldo ancora più pazzesco perché c’è un’afa che ci si scioglie come i ghiaccioli. I capelli lunghi mi stavano facendo impazzire, per non parlare di come mi stava venendo male a pensare di doverli asciugare col caldo, quindi oggi pomeriggio sono andata a darci un taglio. Ecco a voi il risultato (e per favore ignorate che non sto sorridendo e che è anche un po’ storta, farsi una foto da soli con la reflex non è il massimo della comodità).

lunedì 18 giugno 2012

A proposito della partita

Vi sembrerà strano (o forse no, dipende se siete abituati a farlo), ma stare in biblio un pomeriggio a fingere di essere indaffarati e invece non fare assolutamente niente, è assolutamente stancante.
Stasera c'è la partita dell'Italia, e non credo neanche che la guarderò, perché non intendo soffrire per un'ora e mezza, sono disposta a farlo solo per guardare la finale.
Ieri sera c'era Olanda - Portogallo e Danimarca - Germania, e se devo dirvi la verità ci speravo che passassero gli olandesi (solo perché hanno la maglia arancione) e che i danesi arrivassero in fondo, per replicare la vittoria vent'anni dopo. Sì, certo, ovviamente voglio che vinca l'Italia, ma tanto già lo so che ci vorrebbe un miracolo per farci passare, quindi niente facili illusioni.

giovedì 14 giugno 2012

Visioni olimpiche

Saremo tutti amici,
saremo mille voci,
un coro che cantando cancellerà
le lingue e le distanze,
non conteranno niente.


Sapete, non dovrei mai guardare le partite di calcio, che a vedere come gioca la nostra nazionale mi cadono le braccia, e pensare che di calcio nemmeno me ne intendo. Ma in realtà non sono qui per parlarvi della partita. Oggi sono stata a Villorba in cooperativa per il corso di laboratorio artistico a farmi dare due tre idee, che poi sono più o meno quelle che avevo già. Dovrò darci una sistemata, ma quelle sono le idee olimpiche. Ah, già, non vi ho detto che il tema di quest’anno è: “olimpiadi in fattoria”, quindi olimpiadi e animali, e un giorno andiamo anche all’ippodromo. Per il resto non so niente di preciso, dobbiamo ancora parlarne bene.
Alla fine il tizio con cui avevo fatto il colloquio lunedì mi ha richiamata oggi pomeriggio per dirmi che gli è arrivata una cifra astronomica di IMU da pagare e quindi per un paio di mesi deve arrangiarsi senza segretaria perché non ci sta dentro, e che magari ne riparliamo più avanti. Non so se l’IMU sia una scusa, ma potrebbe anche essere vero, dato che tra casa e capannone e tutto il resto mi pare di aver visto che è una gran estensione di fabbricati. In sostanza almeno adesso so che sono libera di dedicarmi ai centri estivi senza altre rogne, e senza stare in sospeso con altra gente.
In questi giorni ho avuto delle grandi visioni della festa finale, tutte assolutamente coreografiche e tutte assolutamente non fattibili, specialmente senza la Ele, che io mi inciampo anche solo a fare due passi. Però davvero, erano belle. Cose tipo dividere i bochie in 5 gruppi con le magliette dei colori dei cerchi della bandiera e poi far entrare un sesto gruppo di tedofori con le fiaccole che avremo costruito durante i laboratori, e dietro appendere tutta una riga di bandierine di tutti gli stati, anche quelle fatte durante i laboratori, e poi chiamare i bochie uno a uno e consegnargli la famosa medaglia di cartone che si saranno costruiti sempre al laboratorio (Salgareda 2012, famosa sede olimpica). Sono una visionaria, lo so, ma il fatto è che le idee non mancano, il problema casomai è realizzarle.

martedì 12 giugno 2012

Notizie dalla montagna (e non solo)

Sono di nuovo qui. In realtà sono tornata dalla montagna sabato, ma ho avuto un po’ di cose da sistemare e un paio di attacchi d’ansia da domare, prima di potermi sedere qui a raccontarvi le ultime.
Su in montagna è andato tutto bene, a parte la notte che io ho il terrore dei ladri e ad ogni scricchiolio e rumore sospetto (cioè tutti) non riuscivo più a dormire, ed era inutile ricordarmi ogni volta che ero al terzo piano e avevo tre giri di chiave alla porta e il bloccaggio di sicurezza su tutti i balconi, che non sarebbero riusciti ad entrare in nessun caso, e che se ci avessero provato avrebbero fatto molto rumore continuato e io avrei avuto tutto il tempo di chiamare la polizia. Niente da fare. Tra l’altro, l’ultima notte è anche venuta la scossa di terremoto e così ho dormito in tutto due ore. Alle cinque e mezza, stufa di stare con gli occhi sbarrati a guardare il soffitto, mi sono alzata e ho iniziato a fare le pulizie. Ho lasciato l’appartamento così lustro che avrebbero dovuto pagarmi, non chiedermi 40 euro di spese di pulizie (che poi ve lo dico io quanto pulito era quando sono entrata. Vabbè). Ho camminato un sacco, e non vi dico che male alle gambe, che poi ho scoperto che quelle che ti fregano non sono le salite ma le discese. In salita si fa fatica, d’accordo, ma è in discesa che ti si accorcia il muscolo del polpaccio, e quando devi rimettere i piedi in piano non vi dico ad appoggiarli tutti. Finisce che i primi due giorni si cammina in punta di piedi. E ho anche mangiato poco, e guarda caso non ho perso un etto neanche per sogno. Anche se effettivamente le braghe mi vanno larghe, ma erano tre chili che avevo già perso da prima di partire.
Sabato sera sono andata a vedere il saggio di ginnastica artistica, che è un’assurdità visto che ho mollato in terza elementare, però è sempre spettacolare. Le bambine piccole fanno rovesciare dal ridere, e quelle delle superiori ti fanno scardinare la mandibola a vedere cosa riescono a fare.
Domenica ho dovuto telefonare a un tizio che cercava una specie di segretaria (non vi dico neanche che giro, di parenti che hanno detto a mio padre e lui che mi ha obbligato a sentire questo qui), e ho avuto un attacco d’ansia atroce. E la cosa migliore è che i miei, mentre mi vedevano seduta sul pavimento a cercare di respirare, mi dicevano di darci un taglio con le scenate. Non so come spiegargli che gli attacchi non vado a cercarmeli. E ieri mattina alle otto sono dovuta andare a fare un colloquio con questo tizio. Alle otto. Non vi dico la faccia che avevo, e quanto poco avevo dormito. Tra l’altro non sapevo cosa dirgli, visto che mentre ero in montagna mi avevano confermata per i centri estivi, e mia madre domenica mi ha fatto tutta una predica sul fatto che i centri sono per un  mese e quest’altro lavoro è più duraturo o almeno così pare e cose del genere, e casomai mettetevi d’accordo se è vero che è part time. Insomma, mi presento lì alle otto meno cinque e faccio questo colloquio di neanche quindici minuti (pensando “bene, se facciamo presto posso tornare a dormire un altro paio di ore”) e mi dice che alle nove deve vedere un’altra ragazza ma che comunque nel pomeriggio in ogni caso mi chiama per farmi sapere.
Sono tuttora sulle spine, perché non mi ha ancora chiamata. Alla fine domani ho la riunione dei centri estivi, se lui non si fa sentire io prendo quelli e arrivederci. E mia madre può sclerare finché vuole, non intendo dire alla Enrica che non vado più ai centri e magari poi restare anche senza l’altro (che a occhio ormai mi pare di essere già senza).
Beh, tornando a cose più edificanti, se volete vedere le foto della montagna cliccate qui.