sabato 28 luglio 2012

La serata finale

È mezzanotte passata da un pezzo e io sono qua che mi fa male dappertutto e che riesco a stento a scrivere, ma che comunque non riesco a dormire, quindi tanto vale.
Non vi dico neanche quanto mi dolgono le spalle ad aver riempito la piscina a secchiate o quanto male mi fanno i piedi dopo essere stata chiusa nelle Adidas senza plantari per otto ore sempre in piedi. Ma poi chissenefrega.
È finito un altro anno di centro estivo, e io ho quasi pianto addosso alle bambine che son venute a salutarmi dicendomi “ciao maestra, io vado a casa, ci vediamo il prossimo anno”, ho quasi pianto tutti abbracciati a guardare il video con le foto, con Marco Effe e la Fede seduti per terra come fossero al cinema, che a loro mancavano solo i popcorn. E ho riso fino alle lacrime a baciare Valerio tutto sudato sul naso per dispetto, e a sentire bambine di sette anni dire “sei out”. E ho bestemmiato dietro ai DVD e a chi dopo settantadue richiami non stava zitto, e sono venuta a casa sporca di tempera gialla in giorni in cui il bidone del  giallo non ce l’avevo neanche in classe, ed è un vero mistero.
La verità è che al centro estivo quelli che si divertono (quando non sclerano) siamo noi, siamo noi che ci facciamo i trip assurdi come quello della grappa nella fiaccola olimpica o dell’occhio da latte (cit.) e siamo noi che mettiamo la musica che vogliamo, e siamo noi che calcoliamo i punti come ci pare più comodo. Siamo noi quelli che si preoccupano se abbiamo dei minuti buchi, che i bambini invece sanno benissimo cosa fare (giocare a calcio), che ci bruciamo le spalle, che non portiamo il cambio quando ci sono i gavettoni, che chissà come riusciamo a sbregare le braghe, che andiamo fuori dalla finestra a prendere i palloni sul tetto. Siamo noi che alla festa facciamo gli scemi e mangiamo come dei bidoni della spazzatura, e siamo ancora noi che ci vergogniamo ad andare in centro al cerchio a ballare.
La verità è che la terzultima mattina la mia pazienza si era esaurita completamente, ma che adesso mi beccherei un altro mese solo per continuare a stare in compagnia.
Grazie Enrica per le riunioni con la pizza
Grazie Valentina per i campi da calcio e i palloni da pallavolo ribattuti in extremis
Grazie Lara per il ballo del criceto, per il video e per l’inglese (se hanno imparato qualcosa)
Grazie Marco per i disegni sulle bandiere, i discorsi da delirio e i pomeriggi ad aiutarmi in biblio
Grazie Filippo per replug&play, che finalmente l’ho imparata anche io
Grazie Elisa per le cassette e l’orto pensile
Grazie Silena per i totem, anche se non stavano su, e per le sfuriate
Grazie Giada, Beatrice e Fede, che fare gli aiuti in mezzo al delirio di certi giorni non è facile ma non avete mai gettato la spugna
Scusate se sembro sentimentale e vomitevole e patetica (e quello che vi pare), ma scrivere mi viene meglio, e poi stasera non sono riuscita ad abbracciarvi e ringraziarvi tutti, quindi dovevo pure rifarmi.

mercoledì 25 luglio 2012

Due giorni all'alba

Mancano due giorni e la mia pazienza è agli sgoccioli, per non dire che ormai è completamente sgocciolata. Più si avvicina la finale e più mi diventano isterici, e io non riesco a tenerli e, a dire il vero, me ne frego, perché nemmeno gli altri li tengono più. Per non parlare delle polemiche infinite che tirano fuori attaccandosi sugli specchi che alla fine devi urlargli in faccia anche se non vuoi, perché si capisce lontano un chilometro che sono solo capricci, e non abbiamo tempo per permetterci di farli.
Ieri siamo stati in gita all'ippodromo. Niente di che, ma i bambini si sono divertiti un mondo a dare pezzi di carota ai cavalli. Io ho fatto un po' di foto, e se volete ridere un pezzo, qui ci sono le nostre facce da animatori.

sabato 21 luglio 2012

Di ritorno dalla festa

Alla fine ieri sera siamo andati a quella cazzo di festa degli animatori. Siamo arrivati anche più tardi del previsto perché la Silena, che guidava, non arrivava più a prenderci. Comunque hanno fatto in tempo di cazzarci in mezzo all’ultimo gioco, e grazie a Dio non sono stata eliminata, che già a ballare mi sono vergognata da morire (infatti è uno dei motivi per cui in discoteca non ci ho mai messo piede), figurarsi se mi facevano anche fare la penitenza. Poi abbiamo mangiato pasta col tonno, che la Silena mi ha rifilato metà della sua e io un po’ della mia a Marco Effe che si è pure lagnato che non gli piace il tonno. Ed è strano, perché in genere lui è il nostro bidone della spazatura che mangia qualsiasi cosa. Dopo aver finito gli ultimi tubi al tonno (personalmente odio la pasta stracotta, e in particolare i rigatoni stracotti, che poi non hanno più una forma e si spiaccicano e si rompono) siamo stati giusto cinque minuti a chiacchierare con la Enrica e la Lara (che anche lei aveva in previsione di tagliare la corda il prima possibile) e poi siamo scappati via, che la Silena doveva andare al Caffè del Mar [una discoteca di Jesolo, ndr] e Marco Effe ha finto di avere da fare anche lui, ma probabilmente al massimo andava a casa a guardare la tivù. E potete prendermi per scema, ma mentre tornavamo indietro con la musica a tutto volume, cantando, avrei voluto che il viaggio non finisse, che lì dentro noi tre si stava così bene, senza un problema al mondo, o forse semplicemente senza pensarci. Ma Salga è sempre così vicina, e quando siamo scesi e ci siamo salutati come se stupidamente lunedì non ci dovessimo vedere di nuovo, sono tornata a casa continuando a cantare “Hey soul sister” e tutto andava bene. Dovremmo fare viaggi di ritorno da finte feste più spesso.

venerdì 20 luglio 2012

La serata animatori

Ri-comunicazione di servizio: il computer è tornato a casa, anche se il tizio mi ha cambiato antivirus e messenger non accede più (se non con grandi sforzi e molte bestemmie) e sono spariti tutti i punteggi record a prato fiorito. Ma amen.
Stasera c'è la serata animatori a casa del presidente della cooperativa e nessuno di noi di Salga muore dalla voglia di andare, infatti credo che faremo una comparsata per un'oretta tanto per far felice la Enrica che ci vorrebbe tutti lì. Io preferirei molto andare a nanna, che sono completamente rintronata. Per non parlare della mia ustione di terzo grado su spalle e coppino che mi fa un male assurdo. Come al solito, stare al sole senza crema non fa per me (e nemmeno stare all'ombra).

lunedì 16 luglio 2012

Computer fuori uso

Comunicazione di servizio: il mio computer ha tirato gli ultimi giovedì sera ed è attualmente in riparazione (ora sto scroccando dalla biblio) quindi non so quando tornerò da queste parti, presumibilmente quando quel genio del tecnico finirà di dormirci sopra e inizierà a ripararlo.
Per ora, passo e chiudo.

lunedì 9 luglio 2012

Niente da fare, sei out!

Questa ho dimenticato di raccontarvela sabato, ma è talmente assurda che merita.
Venerdì dopo la ricreazione abbiamo fatto un gioco che consisteva nell'intingere un dito nella tempera, fare un pecorso senza farsi colpire dagli animatori col pallone (sennò si tornava indietro) e, arrivati in fondo, disegnare sul cartellone col dito. L'idea è che alla fine avrebbe dovuto venire fuori un disegno sensato, ma in realtà è venuto un quadro astratto. Assolutamente colorato, ma pur sempre senza un senso.
Allora un bambino di un altro gruppo è venuto a guardare il nostro e (ovviamente) ci ha detto che era una schifezza e non si capiva niente (prego notare come sono educati e gentili i bambini di terza elementare). Una delle mie bambine, allora, gli ha risposto (testuali parole): "questa è arte moderna perché noi siamo avanti, tu non la capisci perché sei out".
Sette anni. Ci sono rimasta dimmerda perfino io.

sabato 7 luglio 2012

Dopo cinque giorni

Asante sana, cocco banana
Se non l’aveste notato, sono completamente rincoglionita, che sarebbe a dire più del solito, anche se stanotte ho dormito quattordici ore (ieri sera sono andata a letto alle nove e dieci) e almeno il sonno arretrato dovrebbe essersi azzerato.
I primi cinque giorni di centro estivo sono andati e la famigerata gita in piscina si avvicina. Ho l’abbronzatura da animatore, ossia col segno dei calzini e delle maniche, e sotto faccio letteralmente luce. Si accettano scommesse sulla sfumatura di rosso che raggiungerò.
E sono ancora senza borsa termica, così tutta la roba da bere si cucinerà.

martedì 3 luglio 2012

Quelli che al centro estivo si divertono

Domani è appena il terzo giorno di centro estivo e ho già collezionato innumerevoli perle. E pensate che non abbiamo ancora iniziato a distribuire la posta.
Ieri mentre pensavamo al nome della squadra ho detto ai bambini che poi dovevamo inventare anche un motto e, come c’era da immaginarsi, mi hanno chiesto cos’è un motto. Vi giuro che non mi sono neanche resa conto di aver risposto “niente, è un matto col botto” fino a che non avevo finito di dirlo. Naturalmente non l’hanno capita, ma dopotutto Il re leone è uscito dieci anni prima che nascessero.
(Per chi di voi non l’ha capita, ecco il dialogo:
[Timon e Pumbaa cantano l’inizio di Hakuna Matata]
Simba: hakuna matata?
Pumbaa: è il nostro motto.
Simba: cos’è un motto?
Timon: niente, è un matto col botto!
[Timon e Pumbaa ridono])
Poi come al solito è partita la solita riga di domande: quanti anni hai maestra, qual è il tuo colore preferito, che numero di scarpe porti, hai un fratello, di che colore sono le tue mutande, qual è il tuo codice fiscale. Anzi, no, l’ultima ancora non me l’hanno fatta.
Oggi, coi piccoli, c’è stata una gara di errori di ortografia, tra cui spiccano laVoratorio, laboraTTorio e sGultura. Per fortuna me ne sono accorta prima che colorassero. Mi sa che io alla fine della prima elementare non face più di questi errori, comunque vabbè.
Ma il clou è stato quando stavano colorando con le tempere. Ho detto: attenti a non rovesciare il bicchiere dell’acqua, e ovviamente tre secondi dopo qualcuno ci ha sbattuto addosso e ha lavato tavolo e pavimento. Allora la mia aiutante, che è in classe con Marco, si è messa a dire “eine Katastrophe!” come dice sempre la loro prof di tedesco quando sbagliano qualcosa. Io l’ho ripetuto, in modo ancora più tedesco, memore di tutte le volte che l'ho sentito dire da Marco in biblio e ci siamo messe a ridere come due sceme e tutti i bambini ci guardavano e noi non riuscivamo a fermarci.
Insomma, la verità è che lì dentro quelli che si divertono un mondo siamo noi.