lunedì 6 ottobre 2014

Recensioni: La scala urlante (Lockwood & Co. #1)

La scala urlante (Lockwood & Co. The screaming staircase) è il primo volume della nuova serie "Lockwood & Co." di Jonathan Stroud, già autore della trilogia di Bartimeus (L’amuleto di Samarcanda, L’occhio del golem, La porta di Tolomeo) e de L’anello di Salomone, sempre su Bartimeus ma ambientato qualche migliaio di anni prima (all'epoca di re Salomone, appunto).
Attenzione: anticipazioni sulla trama.
Da cinquant'anni Londra fa i conti con il cosiddetto "Problema", ossia una grossa infestazione di fantasmi. Per liberarsene, gli abitanti si rivolgono alle agenzie di investigazione metapisichica, di cui fanno parte principalmente bambini e ragazzini, perché sono i soli a poter vedere i fantasmi. Lucy Carlyle è una di questi ragazzini col Talento, e lavora alla Lockwood & Co. di Anthony J. Lockwood. L'agenzia non se la passa particolarmente bene, specialmente dopo un grosso guaio capitato nell'ultimo caso, ma un giorno ricevono una grossa proposta (con un grosso compenso) che farebbe proprio comodo per risanare i conti. L'unico problema, è che si tratta di passare la notte nella casa più infestata di tutta l'Inghilterra, e che le probabilità di uscirne vivi sono prossime allo zero...

Al di là del fatto che Jonathan Stroud è uno dei miei autori preferiti (sì, la lista in verità è alquanto lunga, ma insomma, quando uno scrive bene...), e al di là del fatto che ho palesemente dieci anni di troppo per il target di questo libro, l'ho adorato. Non vado matta per le storie di fantasmi perché poi finisce che mi tocca girare per casa con la luce accesa e che sobbalzo a ogni scricchiolio e cose del genere, ma sapete, quando ho saputo che lo zio Jonathan aveva scritto un altro libro non ho resistito.
Lucy mi è piaciuta, anche se finisce per farsi coinvolgere e combina un bel po' di casini. George continua a ricordarmi il personaggio di qualcos'altro, ma non riesco a farmi venire in mente chi. Comunque è ben fatto, tutti gli scavi agli archivi e le ciambelle comprese. Per non parlare del vaso col teschio.
Anthony Lockwood. Ora, il signor Loockwood (che avrà 15 anni, se ci arriva) credo che sarà un grande personaggio. Lo è già, e l'ho amato già dalla copertina, ma credo che lo zio Jonathan con lui potrà fare grandi cose.
La trama fa rabbrividire moderatamente (insomma, ho anche (quasi) 25 anni) ma ci sono i necessari colpi di scena, e l'ultimo capitolo preannuncia già che ci sarà della roba gustosa nel prossimo (come dire, sbrigatevi a tradurlo). Consigliatissimo.

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