martedì 16 agosto 2011

Postumi di ferragosto

Sapete ieri sera alla processione in quanti erano i carristi? Tenetevi forte: tre. Tra cui la Ele e Paolo. Il terzo è un mio quasi-parente che quando è a messa lui è davvero una festa importante (cit.)
Ieri sera alla cena di quasi-famiglia eravamo in tredici. Non sono stata la prima ad alzarmi, quindi sono a posto. A parte che quando sei a tavola con dei bambini vai sul sicuro, perché loro non sono capaci di stare fermi un secondo più del dovuto, e anzi si fa fatica a tenerli seduti anche il tempo che serve per mangiare. Poi si sono messi a costruire una capanna coi cuscini del divano e l'hanno praticamente smontato. Roba che quando mia nonna l'ha visto le è venuto male.
Mia zia aveva fatto un dolce di una pesantezza unica, abbastanza impacchettato, con dentro panna, caffè e qualcosa come quattro uova. Come si fa a mangiare una cosa del genere dopo pasticcio, insalata di pasta, prosciutto e melone, bruschette e macedonia?
Mia madre mi ha messo a lavare il tappeto della mia camera (in vista della visita di cui nel post precedente). A mano. In giardino. Praticamente se avessimo fatto una battaglia coi gavettoni mi sarei bagnata di meno, ma è che bisogna risciacquarlo con la gomma dell'acqua e schizza un sacco. E poi va avanti a sgocciolare più o meno fino a stasera. Per terra c'era una specie di palude in cui sguazzavo allegramente con le ciabatte bianche, quindi alla fine ho dovuto mettermi a lavare anche quelle.
Più tardi devo convincere mio padre a darmi uno strappo fino a Ponte per via dell'orologio, e spero che sia aperto.

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