domenica 7 marzo 2021

Recap

Raga mi vergogno giusto un po'. L'ultimo post è di giugno. IL fatto è, come al solito, che so che dovrei passare di qua a scrivere qualcosa, anche solo per il gusto di farlo, ma poi trovo dell'altro da fare. Ogni cazzo di volta. E parliamo anche di cose stupide, mica sempre di impegni importanti.
Comunque, breve riassunto della mia (triste?) vita finora (e possibili divagazioni sventramitiche)[1].
A giugno dell'anno scorso, quando gioivo con voi per la foto della bilancia (sono ingrassata di nuovo ovviamente), si iniziava a delineare un nuovo trasloco, in una casa finalmente di proprietà. Taglierò corto sulle rotture di palle riguardo a geometri, notai, l'istituto per le case popolari che deteneva ancora il diritto di prelazione (pur avendo venduto ai precedenti proprietari ma siamo in Italia) e che abbiamo dovuto rincorrere per quasi due mesi per avere le carte del nulla osta e cose del genere. Vi dirò solo che a luglio abbiamo iniziato a smontare l'appartamento nuovo pezzo per pezzo, a partire dalla cucina che c'era dentro che era letteralmente caramellata. Giuro, le parti bianche erano color caramello e altrettanto appiccicose. La cucina caramellata ha incontrato il suo destino all'ecocentro, insieme ad altri pezzi di arredamento opinabili (e altrettanto caramellati, io non so cosa combinassero i Bangla che c'erano dentro prima, si vede che dipende da quello che cucinano, boh).
Quindi luglio e agosto se ne sono andati tra un mobile e l'altro, una carta e l'altra e qualche bestemmia.
A settembre mi è stato rinviato il rogito di circa due settimane (sempre per colpa dei signori case popolari, eccetera) e indovinate? L'hanno fissato praticamente il mio secondo giorno di lavoro. Del tipo, non posso mancare al rogito perché devo firmarlo, ma non posso neanche mancare al lavoro perché ho appena iniziato e in ogni caso non è bene. Alla fine sono andata, ho firmato e sono corsa al lavoro. Ho preso una convocazione per il personale ATA (vi ricordate la famosa domanda che avevo fatto, su cui ho perso un sacco di tempo perché avevano sbagliato a copiare i dati eccetera? Ecco, quella) che scade il 30 giugno, a Ponte di Piave. 30 ore alla settimana, cazzi e mazzi ma intanto è un lavoro. E credetemi che la famosa frase "le bidelle non fanno un tubo" è quanto di più sbagliato potete dire. Specialmente in tempo di Covid, che bisogna pulire ogni singola gamba del banco e ogni singola piastrella del pavimento, del muro e del soffitto. Comunque lasciamo stare perché se inizio a parlare del lavoro non è più finita (diciamo che ci sono un sacco di cose migliorabili, sia come organizzazione sia come tutto il resto).
Il 29 ottobre, dopo che gli imbianchini avevano finito di grattare e il piastrellista di piastrellare il bagno di riserva e l'idraulico di - ah, no, l'idraulico in realtà non ha ancora finito neanche adesso, sono arrivati i traslocatori che in neanche cinque ore hanno completamente smontato la casa vecchia, spostato tutto e completamente rimontato la casa nuova. Poi a dicembre con calma (siamo un po' in ritardo, signora, ma sa, è il Covid) sono arrivate anche le finestre nuove e abbiamo smesso di sentire gli spifferoni. Dopotutto se entri in un'appartamento del 1978 praticamente mai sistemato, un po' di gelo te lo devi aspettare.
E quindi niente, ora stiamo quassù, al secondo (e ultimo) piano di un condominio di quattro unità (di cui una vuota), col gatto che vorrebbe uscire ma che quando lo porto giù in giardino inizia a lamentarsi ancora quando siamo sulle scale perché non gli va.
La scuola continua a restare aperta, alla faccia dei catastrofisti (abbiamo avuto in tutto l'anno due classi in quarantena, insieme tra l'altro, quindi totale 10 giorni), io come personale scolastico sono stata vaccinata (la prima dose intanto, per la seconda non si sa ancora, dicono fino a 12 settimane di stacco che vorrebbe dire a maggio) ma ovviamente con questo non è che me ne vado in giro a sputazzare, mascherina e mani e tutto come prima.
Per il momento si naviga a vista fino al 30 giugno, e poi ci inventeremo qualcosa. Almeno non dobbiamo più pagare l'affitto.


Note
^1 “Questa tecnica consente all’autore di intervenire in un punto qualsiasi della sua opera, a seconda di come gli gira, per commentarla, fornire insegnamenti, lamentarsi… In sintesi: per divagare. Lo so che l’idea non vi piace, ma quel che conta è che piace a me.
[…] Perché non provate invece a immaginare, almeno una volta, fino a che punto il problema di delineare i caratteri, la necessità di far succedere qualcosa, l’articolazione del dialogo e l’obbligo descrittivo possano rompere le scatole a un autore? […] La voglia che lo piglia ogni tanto di allentare la tensione, di fregarsene bellamente della coerenza narrativa e della forma artistica per dedicarsi alla pura e semplice chiacchiera?”
(Idelfonso de’ Sventramitis)