domenica 24 aprile 2011

Easter time

Breve riassunto delle puntate precedenti:
- giovedì avrei dovuto pubblicare la foto del project 52 ma mia madre mi ha messa a riordinare il mio angolo scrivania-libreria perché arrivavano i parenti dalla Svizzera. Della serie, saranno sicuramente molto interessati a vedere dettagliatamente la mia libreria. Ci ho messo dall'una alle tre e mezza e poi dalle nove alle undici (nel frattempo sono dovuta andare a spagnolo, perché all'uni ci si va anche durante la settimana santa perché hanno ristretto tutto). Ovviamente non ho finito, così
- venerdì mi sono alzata alle dieci e ho finito di riordinare. Ho letteralmente spalato polvere via dagli scaffali. Ci ho messo fino a mezzogiorno. Il che non sarebbe niente, se non fosse che poi al pome dovevo andare a riordinare in biblio (la prossima settimana viene la delegazione dei francesi da Saint Alban e dei polacchi da Brzeziny, a vedere la biblio. Di venerdì, durante l'apertura al pubblico. E nessuno del comitato gemellaggio parla polacco, tra l'altro. Cioè.) Alla fine, ok, sono arrivata a casa alle sei e mezza, rintronata, con le mani lesse per via dei guanti di lattice, mi sono seduta al computer e ho fatto giusto in tempo ad accenderlo che sono arrivati i parenti. Che, tra l'altro, si sono fermati dieci minuti di orologio e non hanno neanche guaradato di sfuggita il mio angolo scrivania. Potevo risparmiarmi la faticaccia. Fanculo. Venerdì sera processione. Che male ai piedi.
- sabato pomeriggio sono stata a Marcon a fare sciopping con la Ele. Siamo partite all'una e siamo tornate a casa alle sette. Ho preso 5 magliette, perché dopo aver scartato tutte quelle ignobili (festa dello sport e centro estivo), tutte quelle troppo enormi (festa dello sport e sermig di torino), tutte quelle troppo corte e tutte quelle troppo strette, ero rimasta con sei maglie nell'armadio. Vergognoso. Ah, ho preso anche un paio di orecchini con le pietre verdi e le stelle, che forse non metterò mai ma mi piacevano. (No, dai, qualche volta li metterò per uscire). Sono tornata a casa che non mi sentivo più i piedi e neanche la spalla sinistra (per via della borsa). La sera, come se non fosse abbastanza, due ore di messa. Credevo di morire.
E arriviamo ad oggi. Pasqua. Un'altra ora di messa. C'era perfino Marco, il che identifica la giornata come un festa davvero importante se i suoi sono riusciti a scollarlo dal letto. Io sto aspettando che venga ora di nanna, perché sono ancora a pezzi.
Ah, e credo che martedì chiamerò la parrucchiera per farmi dare un appuntamento perché ho delle doppie punte mostruose e non posso presentarmi coi capelli tutti spelacchiati a due compleanni.

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