La casa per bambini speciali di Miss Peregrine (Miss Peregrine’s home for peculiar
children) è il primo libro della serie dei bambini di Miss Peregrine scritto da
Ransom Riggs. È seguito da Hollow
city e da Library of lost souls, quest’ultimo
non ancora tradotto in Italia.
Attenzione:
anticipazioni sulla trama.
La storia parte
con il nonno e Jacob che parlano di avventure e di mostri e il nonno che per
tutto il tempo gli racconta della sua infanzia di bambino orfano nella casa di
Miss Peregrine e gli mostra le foto degli altri bambini. Man mano che cresce, Jacob
inizia a rendersi conto che il nonno non c’è tutto con la testa e che le foto
sono chiaramente ritoccate. Smette perciò di credere a ciò che gli racconta,
fino a quando il nonno viene ucciso, ufficialmente da un branco di cani
selvatici, e Jacob, che ha visto il cadavere e forse anche il mostro assassino,
inizia ad avere gli incubi ed altri problemi. I suoi lo credono in stato di
shock, e su consiglio dello psicologo decide di partire per l’isola in cui si
trova la famosa casa di Miss Peregrine.
Quando arriva,
dopo un viaggio infinito, però scopre che la casa è stata distrutta da un
bombardamento nel 1940. Abbattuto, prova a entrare per vedere se si è salvato
qualcosa e, mentre rivista, intravede una ragazzina. La segue fino alla vera
casa di Miss Peregrine, quella dentro all’anello temporale in cui è sempre il 3
settembre 1940, giorno in cui la casa è ancora in piedi. Lì conosce i bambini
che aveva visto nelle foto del nonno e scopre che in realtà il nonno non gli
aveva mai raccontato bugie…
La prima volta
che avevo visto questo libro era due estati fa, l’avevo preso su dagli scaffali
della biblioteca di Ponte e me l’ero portato a casa perché mi ispirava. Poi non
l’avevo letto perché le foto che c’erano dentro mi facevano impressione (sì, ho
questo genere di problema. Che poi mi tocca andare in bagno di notte con tutte
le luci accese, e cose del genere). Ma siccome tutti ne parlavano così bene (o
in ogni caso ne parlavano), gli ho dato un’altra possibilità scaricandolo sul
Kobo. Per qualche strano scherzo del destino, le foto non appaiono a tutto
schermo, perciò era facile per me metterci una mano sopra e leggere
tranquillamente l’altra metà della pagina. In questo modo, ho visto solo due o
tre foto che mi sono sfuggite prima di girare la pagina, e grazie a Dio neanche
tanto inquietanti. E ho potuto leggere il libro in due notti. Era da molto che
non leggevo un libro in due notti. Ne sentivo la mancanza. Per dire la verità,
era da molto che non scrivevo una recensione che non fosse lampo, ma l’ispirazione
non dà preavviso (cit.) perciò cogliamola al volo.
Appena l’ho
chiuso (vabbè, non è che sul Kobo un libro si “chiude”, ma avete capito) mi è
rimasto questo senso di “devo sapere cosa succede dopo”, che posso saperlo
anche stasera, dato che ho il secondo sottomano, ma più che altro mi sono
accorta che l’ultima parte è un po’ buttata là, intanto la Specialità (si
dice?) di Jacob è un po’ messa lì del tipo “bisogna che entri nell’anello con
noi e che vieni con noi e quindi troviamo qualcosa da farti fare… ah, ok, vedi
i mostri. Bene, sei assunto” e poi non so, l’ornitologo che appare così
all’improvviso era chiaro che si trovava lì per cercare Jacob e gli altri
bambini, chi altri poteva andare volontariamente su un’isola sperduta al largo
del Galles dove non c’è neanche l’elettricità? Io no di certo, grazie e
arrivederci.
L’ultima parte,
in cui c’è il combattimento con lo Spettro, ma porca miseria, non finisce mai.
Quello lì va perfino a fuoco e ancora non muore. Io l’avrei tagliata un po’. E
avrei spiegato un po’ meglio il riavvio dell’anello e queste questioni legate
al tempo (i viaggi nel tempo io non li capisco, non ce la posso fare), ma
magari quello è un problema mio.
Nonostante tutto,
pur non essendo perfetto, io cinque stelle gliele do.