Ti guardo mentre scrivi
frasi che non mi farai leggere mai.
C'è qualcosa di strano in me. Sì, voglio dire, oltre a tutto quello che c'è sempre stato. C'è qualcosa di strano e non riesco ad isolarlo.
Scrivo come una dannata, consumo fogli su fogli, cancello le lettere della tastiera a forza di batterle, e non arrivo da nessuna parte.
Sogno situazioni romantiche la maggior parte della notte ma non intendo procurarmi un moroso, anche perché il più delle volte non so chi sogno, mi ritrovo a chiedermi "chi eri, stanotte?". Perché so chi sarebbe l'attore principale, ma non sempre ha la sua faccia. Forse è solo che sono attaccata al passato e il futuro mi strattona per la maglia e cerca di portarmi via. Il presente è troppo fugace, quando cerchi di focalizzarlo è già andato.
Ieri pomeriggio, mentre cazzeggiavo allegramente al computer (come se non avessi qualcosa come 748521 cose da fare) mi sono arrivati in cuffia gli Evanescence. Quella precisa canzone non la ascoltavo mai oltre i cinque secondi, perché era legata a una situazione di tre anni fa. C'entra un ragazzo. Un ragazzo, un sabato sera di dicembre, un lettore mp3 scalcagnato, uno scooter. Niente baci o altro, lo so che state già pensando male. C'entra lo stesso ragazzo che appare nei miei sogni, quello che non sempre però è lui.
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