sabato 5 febbraio 2011

Sasso tra i sassi, banco tra i banchi, libro tra i libri.

Non sarà più come quando c’eravamo solo noi
e tutto il resto poi.

Io che a volte vorrei essere invisibile: sasso tra i sassi, banco tra i banchi, libro tra i libri.

Io che a volte penso a com’ero e a come sono.
Io che a volte vorrei tornare indietro di diciotto anni e finalmente sapere.
Io che ieri sera, per disimpallare il cellulare mi sono messa a cancellare i troppi messaggi che affollavano la memoria, messaggi un tempo non lontano che non avrei cancellato per nulla al mondo, buttati nel bidone senza nemmeno rileggerli un’ultima volta. Perché la verità è che non c’è nulla da rileggere. È tutto passato, e il futuro mi strattona in avanti. Non ci voglio andare, ma non posso continuare a camminare al contrario.
Dicono che quando una donna vuole cambiare vita, inizia dai capelli. Se non fosse che mi piacciono lunghi, li avrei già tagliati di almeno dieci centimetri da un bel pezzo. Non mi interessa cosa dicono gli altri, come piacciono a loro.
I miei mi hanno fatto la loro solita tirata sulla bella vita che non posso fare, e ormai non sto neanche più ad ascoltarli, anche se dentro di me penso che effettivamente dovrei darmi da fare con l’uni e tutto il resto per uscire bene e presto e darmi da fare. Non è che la mia coscienza non funziona. Funziona benissimo, e loro sarebbero anche contenti. Ma io ho un sacco di altre cose che mi interessano. La biblio, per dirne una. Finire l’uni e andare a lavorare significa mollare la biblio. E so che prima o poi succederà, ma non mi piace l’idea.
Non mi piace l’idea di avere un capo che mi mette i piedi in testa come è già successo questa estate. Io sono dell’idea che un tuo sottoposto è lo stesso una persona, tanto quanto te, quindi non devi pulirtici i piedi solo perché tu sei un gradino o due o dieci più in alto.
Io sono dell’idea che l’Italia e il mondo andrebbero molto meglio se tutti quelli che “contano” non fossero interessati solo alla sedia e ai soldi. E non parlo solo dei politici, ma anche dei presentatori della tivvù, dei calciatori, dei padroni delle banche che truffano per tutta la vita e poi quando se ne vanno gli danno liquidazioni astronomiche. Non voglio nemmeno mettermi a parlare di tutti gli asini che si vedono nei reality e che prendono compensi smisurati senza saper nemmeno parlare italiano corretto, quando poi chi si è davvero fatto il didietro per anni ed anni tira a campare.
Io che a volte sono come il sapone bagnato, sfuggente e impossibile da acchiappare.
Io che sparo la cdd a memoria ma non ho mai capito come si registrano le fatture in partita doppia, che potrebbe essermi più utile.
Io che ho studiato quattro lingue ma che non ho voglia di spostarmi da casa.
Io che sono stanca di tutto questo e una volta tanto vorrei essere davvero capace di dimenticare.

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