venerdì 29 luglio 2011

It ends tonight

All these thoughts locked inside
now you’re the first to know
when darkness turns to light
it ends tonight.

Sono appena venuta a casa dalla festa finale. Sono distrutta, mi fanno male i piedi, sono completamente sudata. Sono felice, perché è andato tutto bene ed è finito, ora posso riposarmi, ma sono anche triste, perché ho passato quattro settimane in mezzo a gente fantastica, e non parlo solo dei bambini ma anche del gruppo animatori. Stasera non ho pianto alla festa, ma credo che domani mattina, quando mi renderò davvero conto che è tutto finito mi scenderà una lacrima, mentre penserò che sembrava un sogno ma che era tutto vero.
Scrivo questo post nell’illusione di prolungare tutto, anche se ormai appartiene al passato, nella speranza che tutto si possa ripetere, anche se so che non sarà mai uguale all’anno precedente.
Era solo ieri che la vedevo dura a fare bella figura alla festa, che mi mettevo le mani nei capelli. La verità è che avevo ragione, ma i bambini hanno fatto del loro meglio. E anche noi. Al caos non c’è limite, e lo so bene, però è andato tutto relativamente liscio.
Stamattina ci siamo gavettonati, e io mi sono beccata letteralmente delle secchiate di acqua addosso. E sembra ieri quando il primo giorno abbiamo fatto il gioco con le foglie.
Ci sono cose che a 22 anni non so spiegare. Tipo cosa porta i bambini a fartene di tutti i colori e poi venire ad abbracciarti forte forte quando il tempo stringe, e a darti un bacio che ti rende felice anche se non ti hanno nemmeno centrato la guancia perché non ci arrivano.
E quando tutto è finito, quando anche l’ultima scintilla della pazzia che ci ha accompagnato per quattro settimane sembra spenta, ecco che ti senti in dovere di ringraziare tutti quelli che hanno lavorato con te e che hanno reso questo mese così speciale.
Grazie Enrica per aver fatto il capo.
Grazie Elisa per essere sclerata insieme a me nel laboratorio artistico.
Grazie Ele per i balli, per Mister Black e per quella cosa improvvisata che abbiamo chiamato “balletto degli animatori”.
Grazie Marco F. per averli fatti giocare a calcio, e per aver perso pomeriggi con me e Paolo a preparare l’arcobaleno e la fabbrica.
Grazie Lorenza per la canzone e le sfuriate.
Grazie Silena per avere fatto la fatina.
Grazie Marta per aver fatto ballare tutti i maschi e per il video.
Grazie Alessia per il ballo delle bambine.
Grazie Silvia per aver fatto lo stage con noi.
Grazie Marco M. per le foto.
Grazie Beatrice e Giada per essere sempre con noi.
Grazie Mara per esserti beccata la Gaia tutto il tempo.
Grazie Mario per essere passato tutte le mattine a vedere come andava, e per aver anche fatto il portiere a calcio.
Grazie Giovanna per tutte le rogne organizzative che hai sopportato.
Grazie a chi, tutte le mattine, scriveva quintali di posta.
Grazie a chi ha inventato la storia dei fidanzati, perché un’estate senza gossip non è una vera estate.
Grazie a tutti quelli che hanno reso speciali queste quattro settimane. Vi voglio bene.

giovedì 28 luglio 2011

Quando manca solo un giorno

You spin my head right round,
right round.

Ultimamente non so dove ho la testa. E anche se lo sapessi, credo che non lo direi a chi me lo chiede con insistenza (leggi: mia madre). Sembro quasi in lovv, ma non credo che sia possibile. Credo di non essere così tanto fuori.
Domani sera c’è la festa finale dei centri estivi, e la vedo molto tragica. Oggi abbiamo usato una mattina per fare le prove semi-generali, e se col ballo quasi ci siamo, la canzone è da mettersi le mani nei capelli. Quei bambini urlano da spaccarti i timpani in qualsiasi momento ma quando è ora di cantare sembra che perdano la lingua. Per non parlare delle stecche che tirano, ma pazienza. E per non parlare del fatto che hanno le parole in mano e non riescono neanche a seguirle, perché figurarsi se dopo due settimane che la ripetono sono riusciti ad impararsele a memoria. Sarò anche di un’altra generazione ma continuo a stupirmi di tutte le cose che non sanno fare.
Il balletto degli animatori (che morirei pur di non farlo) dura tipo 40 secondi ma per me è un incubo. Si balla sulla parte finale di Dynamite di Taio Cruz (musica stile Ele, ovviamente), animatori da un lato, aiuti dall’altro e Marco Effe in mezzo, tipo beato tra le donne. Già non mi ricordo più i passi, ma non ditelo alla Ele.
I bambini ballano su Rainbow of Love di Bob Sinclar, poi le femmine su On the floor di Jennifer Lopez e i maschi su Rap futuristico di Fabri Fibra. Le bambine sono un disastro completo per quanto riguarda destra e sinistra, ma a parte questo ballano senza nessuno davanti (il che è favoloso). I maschi fanno rovesciare dal ridere anche se copiano la Marta.
Domani mattina facciamo un altro po’ di prove, con la speranza che vada tutto bene, e poi avremmo i giochi d’acqua. Spero che il tempo tenga (ma al massimo facciamo più prove).
Non vedo l’ora di vedere le torte (ho sentito di una mamma che sta preparandone una a forma di albero, per vincere il premio di torta più bella).

sabato 23 luglio 2011

Film: Harry Potter e i doni della morte parte 2

Tu sei il vero padrone della Morte,
perché il vero padrone non cerca di sfuggirle.
Accetta di dover morire e comprende
che vi sono cose assai peggiori nel mondo dei vivi
che morire.
Stasera sono stata al cinema a vedermi Harry Potter e i doni della morte, parte seconda. La prima me l'ero fatta passare da mio zio tempo fa. Al di là del fatto che chi non ha letto il libro secondo me certe cose non le capisce, mi è sembrato fatto bene.
Attenzione: anticipazioni sulla trama del film.
Il film riparte da quando Voldemort ruba la Bacchetta di Sambuco dalla tomba di Silente, ripropongono l'immagine del film precedente e la tomba di Dobby. Ci sono un sacco di parti tagliate, tipo tutta la storia di Silente e fratelli, ma pazienza, dopotutto sennò non ci stavano dentro a due ore di film.
Io e i miei amici abbiamo riso come dei deficienti per tutto il film, facendo un mucchio di battute cretine e commentando com'era e non era sul libro (almeno io e le due che l'hanno letto). Io tutte le volte che inquadravano Nagini dicevo "Che schifo! Ammazzate il serpente, svelti!". Io odio i serpenti con tutta me stessa, se non si fosse capito. E quando Voldy ammazza Harry nella Foresta Proibita urlando Avada Kedavra con una voce tutta strana, quasi al rallentatore, non mi sono trattenuta dal dire "sembra spastico!" facendo ridere tutti cinque per un pezzo. Non mi sono risparmiata neanche una battuta sulla McGranitt (inquadratura in primo piano ad occhi sgranati: "è strabica!").
(Ah, e sono cinque film che mi chiedo come hanno fatto a piallare il naso di Voldy).
La parte in cui muore Piton è stracommovente, eppure a me è venuto più da piangere quando Harry apre il boccino, prende la Pietra della Resurrezione e vede apparire i sui genitori, Lupin e Sirius. Quella parte mi ha fatto piangere anche leggendo il libro. Forse ho capito il senso della frase di Silente.
La parte 19 anni dopo non rende. Harry sembra un pensionato e suo figlio Albus Severus ha il taglio alla Justin Bieber, ma pazienza. Si sono dimenticati la storia della cicatrice. È quella che da il senso a tutto. È quella che decreta la vera fine. È quando si dice che la cicatrice non gli faceva male da diciannove anni. Andava tutto bene.

Fine della terza settimana

Manca poco. Non mi viene da pensare altro quando mi passa per la testa che non ne posso più di avere bambini che mi tirano giù le braccia, piedi scottati e occhi che mi si chiudono perché di notte dormo poco e male. Anche se so che poi, quando tutto sarà finito, tutte queste cose mi mancheranno.
Ieri pomeriggio io e Marco Effe (Dio, come mi sento deficiente a dirlo) abbiamo costruito la fabbrica di Mister Black da abbattere durante la serata finale. Marco Emme (come sopra) ci ha dato una mano ronzandoci intorno, ma sta diventando insopportabile. Fortuna che lunedì se ne va in Inghilterra per un po'. Magari riesco a stare tranquilla.
In settimana coi rospi dobbiamo preparare un campo da calcio di cartone (misura ridotta, ovviamente), le farfalle con gli stecchi del gelato, il cartellone con tutte le mani (o direttamente i manoalberi, devo pensarci), colorare la fabbrica e fare tutte le palline di carta per abbatterla. Potrei morire.
Ah, e tra l'altro devi inquadrare bene il comportamento di Marco Effe, che ci sono delle cose che non mi tornano.

giovedì 21 luglio 2011

Project 52: 20/52

Oggi siamo stati in gita al parco acquatico. Io odio con tutta me stessa le piscine, primo perché non so nuotare e secondo perché tra l’acqua e il cloro mi viene affanno e mi bruciano gli occhi. E poi, odio stare giornate intere al sole, perché mi scotto che è un piacere. Così, sapendo che l’anno scorso sono diventata rossa come un gambero con due passate di crema (e mi sono tolta tre strati di pelle poi), questa volta mi sono data cinque spalmate: alle dieci, alle undici, a mezzogiorno, all’una e mezza e alle tre. Il che ha abbastanza funzionato per spalle, schiena e davanzale. Solo che, essendo io sfigata, mi sono scottata i piedi. Cioè, i piedi. Mai sentita una cosa del genere in 22 anni.
Questo nella foto è il risultato (dopo tre passate di crema antiscottature).
Quello che mi preoccupa di più è che domani mattina devo per forza infilarmi scarpe e calzini. Credo che morirò.
Piedi arrosto

domenica 17 luglio 2011

Fine della seconda settimana

Metà del lavoro è andato, prima gita compresa. Ho anche rimediato un cappellino bianco con il logo della cooperativa, che non porterò praticamente mai, prima di tutto perché ho smesso di portare cappelli da più o meno 12 anni. Giovedì è confermato che si va all'Aqufollie e sono già in panico perché so che mi scotterò e patirò un sacco di caldo. Cioè, giovedì scorso alla gita sono riuscita a bruciarmi il coppino e siamo stati praticamente sempre all'ombra.
Tra l'altro, non contenti, noi del kemma stiamo organizzando una festa simil-hawaiana per sabato 23. Ieri abbiamo disegnato e pitturato lo sfondo, il tipico panorama con palme e sole al tramonto sul mare, e manca ancora di occuparci delle collane di fiori.
Perle della settimana (oltre alla lettera):

bambina: maestraaa, io domani porto la merenda nello zaino-frigo
kat: chissenefre... cioè, brava! lo porto anche io. [e così ho infilato nell'eastpak la borsa frigo del supermercato con dentro un ghiacciolo]


bambina: [ingrugnita, alle otto di mattina] oggi è già venerdì. è l'ultimo giorno.
kat: vabbè, lunedì si ricomincia...
bambina: no, io poi vado in crociera in grecia u.u
kat e le altre animatrici: [sgomitando] perché non ci nascondi nella valigia?


Tra l'altro martedì dovremmo anche andare al Piave.

mercoledì 13 luglio 2011

Lettere per la maestra

Stamattina con la posta dei centri estivi (un sistema ingegnosissimo per il quale c'è uno scatolone-cassetta con una fenditura in cui inserire le lettere che il giorno dopo vengono distribuite durante il cerchio) mi è arrivato un disegno (una stampa) che è finora è la lettera più azzeccata in due anni.
Per chi non lo sa, io sono assegnata al laboratorio artistico, il che significa tempere che volano, pastelli a cui fare la punta e pennelli da lavare per tutta la mattina. Quando vengo a casa io e la mia maglietta abbiamo più o meno l'aspetto del topo a sinistra.

sabato 9 luglio 2011

Fine della prima settimana

La prima settimana di centro estivo è andata, e io sono abbastanza contenta. Tanto per cominciare, la capa non mi ha ancora smerdata, il che è un record perché l'anno scorso ero durata tre ore prima di prendere parole (e no, non era colpa mia, era lei che aveva ingigantito le cose). I bambini sono appiccicosi come se fossero spalmati di miele e cercano di staccarmi le braccia a pezzi. Marco vuole venire a fare le foto. Giovedì si va in gita e il giovedì dopo si va in piscina (non vedo l'ora di scottarmi).
A grande richiesta, riporto le conversazioni più assurde tra me e i bambini (che mi hanno già fruttato svariati pollici su facciabuco).

bambina: maestra, sei venuta con la macchina?
kat: [con le chiavi della macchina in mano] no, sono venuta volando con l'ombrello come Mary Poppins... [alza l'ombrello tutto bagnato] non vedi?


[kat entra portando un sacco nero sulle spalle]
bambino1: babbo natale!
bambino2: cos'hai nel sacco?
kat: un cadavere
bambino2: davvero?
kat: certo, ora vado a metterlo di là
bambino2: dobbiamo chiamare la polizia.

kat: mi sembra di parlare arabo, che non capite niente! in che lingua ve lo devo dire di stare buoni?
bambino1: sai parlare l'arabo?
kat: no, so parlare inglese, spagnolo, portoghese e tedesco.
bambino2: io so parlare il polacco!
kat: il polacco non era nella lista -.-"

giovedì 7 luglio 2011

Project 52: 18/52

– cosa facciamo, nonna?
– ci sediamo qua e guardiamo i passeggeri.

domenica 3 luglio 2011

Abbasso il rosa porcello

Domani mattina alle otto inizia il centro estivo e noi dovremo presentarci lì con la nostra maglietta rosa porcello. Giuro, esattamente dello stesso colore dei maiali. Tra l'altro, io odio il rosa. Non possiamo neanche tagliarla, e considerato che è quasi a collo alto l'avrei sistemata molto volentieri. Quest'anno mi sono fatta dare una M perché l'anno scorso nella S ci sono morta dentro. E per la mia gioia la M mi fa da vestito e la maniche arrivano più o meno al gomito. Fortuna che non è vietato girarle su, o almeno credo.
Sto già andando in para, e so che stanotte non dormirò un cavolo. Solito. Domani pome, se non altro, sono in biblio al fresco.