Alla fine ieri sera siamo andati a quella cazzo di festa degli animatori. Siamo arrivati anche più tardi del previsto perché la Silena, che guidava, non arrivava più a prenderci. Comunque hanno fatto in tempo di cazzarci in mezzo all’ultimo gioco, e grazie a Dio non sono stata eliminata, che già a ballare mi sono vergognata da morire (infatti è uno dei motivi per cui in discoteca non ci ho mai messo piede), figurarsi se mi facevano anche fare la penitenza. Poi abbiamo mangiato pasta col tonno, che la Silena mi ha rifilato metà della sua e io un po’ della mia a Marco Effe che si è pure lagnato che non gli piace il tonno. Ed è strano, perché in genere lui è il nostro bidone della spazatura che mangia qualsiasi cosa. Dopo aver finito gli ultimi tubi al tonno (personalmente odio la pasta stracotta, e in particolare i rigatoni stracotti, che poi non hanno più una forma e si spiaccicano e si rompono) siamo stati giusto cinque minuti a chiacchierare con la Enrica e la Lara (che anche lei aveva in previsione di tagliare la corda il prima possibile) e poi siamo scappati via, che la Silena doveva andare al Caffè del Mar [una discoteca di Jesolo, ndr] e Marco Effe ha finto di avere da fare anche lui, ma probabilmente al massimo andava a casa a guardare la tivù. E potete prendermi per scema, ma mentre tornavamo indietro con la musica a tutto volume, cantando, avrei voluto che il viaggio non finisse, che lì dentro noi tre si stava così bene, senza un problema al mondo, o forse semplicemente senza pensarci. Ma Salga è sempre così vicina, e quando siamo scesi e ci siamo salutati come se stupidamente lunedì non ci dovessimo vedere di nuovo, sono tornata a casa continuando a cantare “Hey soul sister” e tutto andava bene. Dovremmo fare viaggi di ritorno da finte feste più spesso.
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