È mezzanotte passata da un pezzo e io sono qua che mi fa male dappertutto e che riesco a stento a scrivere, ma che comunque non riesco a dormire, quindi tanto vale.
Non vi dico neanche quanto mi dolgono le spalle ad aver riempito la piscina a secchiate o quanto male mi fanno i piedi dopo essere stata chiusa nelle Adidas senza plantari per otto ore sempre in piedi. Ma poi chissenefrega.
È finito un altro anno di centro estivo, e io ho quasi pianto addosso alle bambine che son venute a salutarmi dicendomi “ciao maestra, io vado a casa, ci vediamo il prossimo anno”, ho quasi pianto tutti abbracciati a guardare il video con le foto, con Marco Effe e la Fede seduti per terra come fossero al cinema, che a loro mancavano solo i popcorn. E ho riso fino alle lacrime a baciare Valerio tutto sudato sul naso per dispetto, e a sentire bambine di sette anni dire “sei out”. E ho bestemmiato dietro ai DVD e a chi dopo settantadue richiami non stava zitto, e sono venuta a casa sporca di tempera gialla in giorni in cui il bidone del giallo non ce l’avevo neanche in classe, ed è un vero mistero.
La verità è che al centro estivo quelli che si divertono (quando non sclerano) siamo noi, siamo noi che ci facciamo i trip assurdi come quello della grappa nella fiaccola olimpica o dell’occhio da latte (cit.) e siamo noi che mettiamo la musica che vogliamo, e siamo noi che calcoliamo i punti come ci pare più comodo. Siamo noi quelli che si preoccupano se abbiamo dei minuti buchi, che i bambini invece sanno benissimo cosa fare (giocare a calcio), che ci bruciamo le spalle, che non portiamo il cambio quando ci sono i gavettoni, che chissà come riusciamo a sbregare le braghe, che andiamo fuori dalla finestra a prendere i palloni sul tetto. Siamo noi che alla festa facciamo gli scemi e mangiamo come dei bidoni della spazzatura, e siamo ancora noi che ci vergogniamo ad andare in centro al cerchio a ballare.
La verità è che la terzultima mattina la mia pazienza si era esaurita completamente, ma che adesso mi beccherei un altro mese solo per continuare a stare in compagnia.
Grazie Enrica per le riunioni con la pizza
Grazie Valentina per i campi da calcio e i palloni da pallavolo ribattuti in extremis
Grazie Lara per il ballo del criceto, per il video e per l’inglese (se hanno imparato qualcosa)
Grazie Marco per i disegni sulle bandiere, i discorsi da delirio e i pomeriggi ad aiutarmi in biblio
Grazie Filippo per replug&play, che finalmente l’ho imparata anche io
Grazie Elisa per le cassette e l’orto pensile
Grazie Silena per i totem, anche se non stavano su, e per le sfuriate
Grazie Giada, Beatrice e Fede, che fare gli aiuti in mezzo al delirio di certi giorni non è facile ma non avete mai gettato la spugna
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