In verità è meglio mentire è un romanzo di Kerstin Gier, già famosa in Italia con la trilogia fantasy formata da Red, Blue e Green, che vi consiglio solo se capite bene i viaggi nel tempo e tutti i paradossi collegati, sennò vi perdete.
Attenzione: anticipazioni sulla trama.
Carolin ha sempre cercato di essere normale, ma non le è mai venuto troppo bene, in particolare perché è terribilmente intelligente (QI 158), parla coreano e polacco e sa suonare il cembalo e il mandolino, nonché eseguire a mente in pochissimi secondi calcoli molto complicati. Tutto sembrava andare per il meglio quando ha finalmente ha conosciuto Leo, ma dopo cinque mesi di fidanzamento a una festa ha conosciuto il padre di Leo, Karl, del quale si è innamorata e con cui è scappata a Madrid il giorno successivo. Solo che, dopo cinque anni di felice convivenza e matrimonio, Carolin si ritrova a soli ventisei anni senza marito, morto d’infarto, e con una valanga di problemi legati alla depressione del lutto e all’eredità, che la famiglia di Karl, e in particolare lo zio Thomas, vuole a tutti i costi pur non essendo nel testamento.
Trasferitasi a Colonia a casa della sorella, Carolin cerca di tirarsi su andando da una psicoterapeuta idiota che probabilmente non sa nemmeno fare il suo lavoro, e prova a districarsi tra gli avvocati e le richieste di eredità dello zio Thomas che si fanno sempre più pressanti e assurde, passando ogni tanto a comprare scarpe da Pumps&Pomps (sarò io ma il nome mi pare sconveniente) e medicine dal farmacista forse-gay dall’altro lato della strada, e facendo girare gli ingranaggi del suo intelligentissimo cervello per arrivare a un finale assolutamente degno, e neanche troppo scontato.
Mi piace il modo di scrivere della Gier, è ironica quanto basta e, pur inserendo qualche cliché (che poi, chi non lo fa?) riesce a creare delle trame divertenti e anche con un paio di colpi di scena. Carolin mi è piaciuta subito, lei e il suo sarcasmo, forse perché anche io delle volte tendo ad essere terribilmente ironica, specialmente con le persone che fanno osservazioni cretine. Mi è piaciuta anche Mimi, la sorella, e Ronnie con i discorsi in codice sulle susine a proposito della gravidanza della moglie: “il fruttivendolo ha detto che l’albero delle susine ha dei problemi per via delle formiche” è stata fantastica. (Traduzione: fruttivendolo = ginecologo, susina = bambino, formiche = ormoni). Ho adorato il soprannome “sega circolare”, e ho giustamente odiato entrambe le sorelle di Leo e anche la loro madre, perché si credevano davvero delle gran scienziate, quando invece era palese che non erano più intelligenti di una patata appena tirata su dall’orto.
Se volete farvi quattro risate sotto l’ombrellone, leggetelo.
E io non vedo l’ora che ne traducano altri.
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