Prima che
il vento si porti via tutto
e che
settembre ci porti un strana felicità,
pensando a
cieli infuocati,
ai brevi
amori infiniti
respira questa
libertà.
Stavo
ascoltando questa canzone di Jovanotti (che non riesco a capire come sia
possibile che uno a cinquant'anni non sia ancora capace di dire la S) e mi è
sorto un pensiero random della domenica, una cosa tipo: perché l’estate è
equiparata al mare? Io personalmente odio il mare. Probabilmente è perché al
sole mi ustiono e divento color aragosta e perché nuoto più o meno come un
ferro da stiro (pensate a come può nuotare bene un ferro da stiro, e avrete una
chiara idea di come nuoto io). E soprattutto, perché passa questa idea che l’estate
sia una specie di stagione libera e dissoluta in cui uno fa tutto quello che
gli passa per la testa e si innamora come mai prima nella sua vita e cose così?
Tra l’altro, pensateci bene, questo genere di cose io non riesco a immaginarmi
di farle in montagna. Sarà che in montagna sei vestito e che ad andare su e giù
per i sentieri non ti resta tempo per fare il cretino la sera, vuoi solo arrotolarti
nel letto come un cotechino e dormire per sempre.
Anche
se, a dire il vero, non riesco a immaginarmi neanche di farle al mare, ma forse qusto è un problema mio.
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