Siamo alle solite.
Sono in ferie, per non dire che sono disoccupata (nel senso, fino al 30 giugno sono assunta, sto facendo le ferie che mi avanzavano, ma alla fine delle ferie sarò disoccupata e quindi mi sento già col culo a terra anche se sono pagata per altri 15 giorni).
Sono in ferie, per non dire che sono disoccupata (nel senso, fino al 30 giugno sono assunta, sto facendo le ferie che mi avanzavano, ma alla fine delle ferie sarò disoccupata e quindi mi sento già col culo a terra anche se sono pagata per altri 15 giorni).
Sono grassa, per non dire che rotolo (poi ci torniamo).
Ho caldo, ma è giugno e cos'altro ci si può aspettare. Al secondo piano senza condizionatore, poi, tanto fresco non può essere.
Il gatto ha imparato che in giardino non c'è niente di terribile e può andarci tranquillamente, così ora ogni mattina inizia a miagolare alla porta perché vuole scendere (s'intende anche alle cinque della mattina, dipende come gli gira) e per sfinimento poi lo porto giù (la fregatura è che mi devo fare due piani di scale ogni volta perché non basta aprirgli la porta qua sopra, devo aprire anche il portone perché beh, è un gatto. Non può tirarselo da solo).
Davide si sta cuccando un'altra stagione a Jesolo dove aveva lavorato gli anni scorsi, quindi io passo la maggior parte del mio tempo ad aspettare che torni a casa (so che non dovrei farlo, che mi dovrei fare gli affaracci miei senza stare là a guardare l'orologio, ma a volte è proprio difficile).
Comunque torniamo a me che rotolo.
Domenica ho avuto un bruttissimo breakdown perché era da un po' che evitavo di pesarmi (e c'era un motivo) e alla fine la bilancia mi ha segnato 60.2kg. Potete solo immaginare cos'è stato vedere di nuovo il 6. Per quanto razionalmente io sappia che è psicologico, 59.9 non mi spaventa come 60, è lo stesso meccanismo dei prezzi. In ogni caso, mi ero ripromessa di non vedere mai più i sessanta (al massimo quando aspetterò un bambino) quindi mi sono sentita veramente male. Oltre ai vari "ho buttato tutto nel cesso" che già mi dicevo mentre lavoravo (altra cosa strana, sono riuscita a ingrassarmi lavorando, con scale dappertutto, con classi da pulire da cima a fondo in tempi stretti e tutto) mi è proprio cascato il soffitto addosso. So che il peso ha fluttuazioni, so che dovevo andare al bagno, so che quello che dice la bilancia non è scolpito sulla pietra, ma non potevo evitare di concentrarmi su quel cazzo di 6.
Morale della favola, rieccomi con la app per le calorie a cercare di non farmi fuori il frigo intero.
Dav dice che non dovrei farla così grossa perché dopotutto le magliette e i vestiti di quando pesavo 55 kg o meno mi entrano ancora, ed è vero, ma continua ad essere dentro alla mia testa. So che mi entrano, ma mi fanno salame e io non voglio. Potete dirmi finché volete che è un costrutto sociale, ma non posso evitare di vedermi enorme. Di vedere le maglie che mi tirano. Non posso sopportare l'idea di dovermi mettere una L perché sta per LARGA e io non voglio essere larga. Certo, certo, un sacco di taglie sono sballate, io stessa ho nell'armadio magliette XS, S e M che sovrapposte sono tutte uguali, ma mettere la XS mi fa sentire molto meglio, anche se nessuno deve vedere l'etichetta. Solite cose psicologiche. E se volete farvi due risate, ieri stavo uscendo per andare in farmacia in bici (è più o meno un chilometro e mezzo, non volevo togliere il telo dalla macchina e mi faceva anche comodo fare un po' di movimento) e mi sono tolta i pantaloncini da casa per mettermi degli short di jeans, di quelli a metà coscia per intenderci. Non al ginocchio, quelli più corti. Scendendo le scale con le gambe di fuori, per un minuto mi è venuto da ridere perché sono qua che mi preoccupo dei chili e dei rotoli di ciccia e poi me ne vado in giro con gli shorts. Capitemi, non è che mi pare particolarmente strano, l'ho sempre fatto, ma così come mi preoccupo della ciccia che sta venti centimetri più in su, avrebbe senso preoccuparsi anche delle cosce. Nel senso, o tutto o niente.
La cosa che mi urta di più è che se parlo con qualcuno (tipo la gente che lavorava con me, per dirvene qualcuna) la prima cosa che dicono è una di queste:
1. ma grassa dove?
2. ma ti sei guardata bene? Io posso dire che sono grassa, ma tu guarda che gambette che hai
3. ma se hai la faccia così magra
4. ma dai grassa, hai delle curve
Ora. Io non pretendo che mi si dica HAI RAGIONE GUARDA CHE SCHIFO DI ROTOLI DI CICCIA. Però vorrei che se una persona ti dice che si sente in un certo modo, si potesse accettare la sua visione, specialmente se non sei uno psicologo (o un nutrizionista in questo caso).
Che io abbia dei chili in più è oggettivo. Non sono obesa, e stando al BMI non sono neanche sovrappeso, ma so che forma ho con otto chili di meno (anche con cinque) ed è di gran lunga migliore di quella di adesso.
Che io a trentun'anni non mi sia ancora accettata sarà anche vero, ma niente dovrebbe farvi pensare che se a voi sembro a posto così, allora dobbiate dirmelo per forza, perché non mi state aiutando.
Ci sarebbe un lungo capitolo anche sui vestiti e sulla gente che porta con disinvoltura roba che io non metterei manco se fossi magra come mia madre, ma per oggi lasciamo perdere.
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