Oggi era il primo giorno di uni. Quando sono arrivata in biblio oggi pomeriggio, dopo il treno in ritardo, il traffico per strada, un trattore davanti appena prima della rotonda, i piatti da asciugare a casa, la signora chiacchierona che mi ha fermata e da cui sono scappata di corsa come una velocista, Marco mi ha chiesto: "come va, katiusha?" e io, afflosciandomi addosso a lui: "sono stancaaaaa". Se non mi prendeva, finivo a pulire il pavimento.
Non posso alzarmi alle 6.10 per prendere il treno delle 7.10 che arriva in ritardo, per arrivare a Venezia alle otto più o meno e poi il prof arriva in ritardo a lezione, perché dopotutto lui poveretto abita a Rovigo, no? Quindi lui deve alzarsi alle cinque e mezza. Ah. Chi cazzo te l'ha chiesto di mettere la lezione alle 8.45 di lunedì mattina?
In biblio c'è un sacco di roba da fare e io mi vedo volare il tempo via dalle dita. Anche se effettivamente, quando entro sono a casa. La Giò, Beppe, il mio fratellino Marco che cerca di venirne fuori con la matematica... casa. E poi metterci fuori seduti sui gradini di sbiego alle sei passate, che inizia a fare già umido, a spettegolare stretti stretti, a girarsi l'indelebile tra le dita e scherzare mentre guardiamo i passeggeri, come dice mia nonna (ovviamente intende passanti).
Ho fatto dei buoni propositi per il nuovo semestre, ma so già che li infrangerò uno per uno.
1. Andare a tutte le lezioni, lettorati compresi.
2. Nelle quattro ore buche del lunedì mattina, rinchiudersi da qualche parte a studiare inglese2, portoghese (dopo aver trovato la grammatica in biblioteca), spagnolo2 e forse, quando ho finito tutto quello, anche inglese3.
3. Passare tutti gli esami di cui sopra a gennaio (eventualmente inglese3 a giugno).
4. Passare tutti gli esami di gennaio, oltre a quelli arretrati del secondo anno.
5. Se vado a Venezia, andarci per andare a lezione e non per chiudermi in biblio centrale alle zattere.
6. Niente più paninazzi della stazione (unti, bisunti, anfibi cit. Stefano Benni).
7. Varie ed eventuali.
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