martedì 29 marzo 2011

Sui libri con le figure

Oggi in treno ho iniziato a leggere Strega di classe di Diana Wynne Jones. Ora, a parte il fatto che è ovviamente un fantasy e che quindi per definizione sono cretina perché lo leggo, l'altro minuscolo dettaglio è che fa parte della collana "Gl'Istrici" della Salani (ancora nell'edizione con la copertina gialla, non quella nuova). Insomma, è una collana di libri per bambini. Io mi sono letta mezzo scaffale (ripiano, intendo dire) di Istrici quando avevo più o meno 11 anni, quindi prenderli in mano ora che ne ho 21 suona un po' strano anche a me, è vero. Però chissenefrega, dopotutto sono sempre lirbi. Mi è venuta voglia di leggere Diana Wynne Jones e non ci posso fare niente se l'hanno pubblicata negli Istrici.
Comunque, torniamo a oggi. Leggevo beatamente il mio libro fantasy, da bambini e con le figure e la signora davanti a me guardava alternativamente me e il libro (e le figure più che altro, visto che fino a quando non ne ho trovata una non pareva troppo allarmata). Per un po' ho fatto finta di niente; voglio dire, anche io in genere guardo le persone che leggono. Solo che in genere io lo faccio per vedere il titolo del libro, per guardare che segnalibro hanno o per inorridire quando vedo che fanno l'orecchio alla pagina per tenere il segno. Barbari. Invece la vecchia mi guardava perché leggevo un libro che forse poteva essere buono per sua nipote, sempre se sua nipote si azzarda a leggere fantasy, che non diventi deficiente prima del tempo. Che non si metta in testa che possano esistere la magia, i vampiri, gli schiocchi di dita e i desideri.
- Cosa ti avevo detto? - tuonò suo zio [Vernon] spruzzando saliva su tutta la tavola. - In questa casa la parola m... non la voglio sentire!
Invece di guardare male me, ringraziate che ci sia ancora qualcuno che legge senza essere costretto. E vi dirò di più, ci sono libri con figure che meritano davvero.

sabato 26 marzo 2011

Ora legale

L'ora solare è quella determinata dal sole, quella giusta.
L'ora legale è quella determinata dal governo.
Stanotte alle due di notte si spostano le lancette dell'orologio avanti di un'ora, dalle due alle tre. Mi sono sempre chiesta cosa succede a quell'ora che non esiste, e mi sono sempre chiesta ancora di più cosa succede quando si torna indietro, quando si vive la stessa ora per due ore consecutive.
Un po' come avere una giratempo.

Sabato prossimo il kemma è chiuso.
Sabato quello dopo facciamo la festa di compleanno di Marco.
Domenica c'è la festa di primavera, solite invenzioni degli ascensori (cit.) [assessori, ndr.] e noi siamo lì a fare gli scienziati pazzi. Dopo di questa, penso di averle fatte tutte.

In biblio c'è un ragazzo nuovo, Nicola. Abitava davanti a casa mia da piccolo. Mia madre mi ha detto che aveva la leucemia, ma a quanto pare l'hanno curato. Venerdì ho lavorato un po' con lui. Non sembra troppo male, è abbastanza simpatico. La Giò è contenta che facciamo amicizia.
C'è anche la nuova tipa del servizio civile, che grazie a Dio sembra una sveglia. Anche se, dopo la Debora, tutte sembrano sveglie. Si chiama Mara. Spero che farò amicizia un pochino anche con lei, visto che me la devo beccare per tipo 10 mesi.

sabato 19 marzo 2011

Esperimenti di kat: portachiavi col fiore

Oggi al kemma abbiamo fatto un lavoretto, una specie di portachiavi (enorme, devo dire) che al mercatino costa qualcosa come 15 euro(!) e che invece si può fare comodamente a casa.


Versione col fiore
(La qualità delle foto non è granchè)


Occorrente (per quello col fiore):
1 bottiglia di plastica (da tagliare) con tappo
1 tappo di plastica delle bottiglie
2 fili di plastica (tipo scoobydoo)
1 perla con un buco bello grande
forbice
chiodo grosso e martello (in alternativa ci si può arrangiare con la punta della forbice)

accendino
fantasia
Procedimento:
Tagliare la bottiglia circa 5 centimetri sotto il tappo (sconsiglio le bottiglie della Coca Cola, ha troppo collo, meglio la Fanta o l'acqua).

Questo è ciò che si ottiene con la
bottiglia di Coca.
"Sembra una calla, non un
fiore!" (cit.)
Tagliare a spicchi non troppo larghi la plastica, senza arrivare fino al tappo. Togliere gli angoli da ogni spicchio e dargli la forma di un petalo, poi, per arricciarli, abbrustlirli con l'accendino (attenzione perché fonde molto in fretta). A questo punto il fiore è quasi pronto. Svitare il tappo e farci un buco nel mezzo col chiodo.
Fare un buco anche nell'altro tappo.
Prendere i due fili di scoobydoo, annodarli formando un occhiello e infilare per primo il fiore, poi il secondo tappo, girato nell'altro senso, e per ultima la perla. Fermare il tutto con un nodo.

Versione semplice


Occorrente (per quello semplice):
4 tappi di plastica delle bottiglie
2 fili di plastica (tipo scoobydoo)
perle con un buco bello grande
forbice
chiodo grosso e martello (in alternativa ci si può arrangiare con la punta della forbice)
fantasia
Procedimento:
Fare un buco al centro in tutti i tappi. Accoppiarli due a due facendo combaciare le parti aperte.
Prendere i due fili di scoobydoo, annodarli formando un occhiello e infilare la prima coppia di tappi, una perla, la seconda coppia dei tappi e una seconda perla. Fermare il tutto con un nodo.


Ovviamente con un po' di fantasia si possono intervallare diversamente tappi, perle e colori per creare portachiavi davvero carini.

martedì 15 marzo 2011

La causa di me-come-tu-mi-conosci

Non ci credi? Sei tu la causa di me-come-tu-mi-conosci.
Nessun altro al mondo conosce il Richard che c'è nella tua vita.
Nessuno conosce la Leslie che è nella mia vita.

Capita che alcune persone non ti manchino per molto tempo. Perché magari hai deciso che dovevano stare ben nascoste nella parte più lontana della tua memoria, finché un giorno, pensandoci per caso, non avresti più provato nessuna sensazione e avresti avuto la certezza di averle archiviate per sempre.
E capita invece che qualcuna di queste persone abbia fatto qualcosa per te in passato, qualcosa che ti ha cambiata, che ti ha fatta diventare come sei. E forse all'inizio li biasimavi per questo, non avresti voluto che fossero riusciti a cambiarti. Invece nel futuro ti accorgi che per fortuna l'hanno fatto. Che senza, chissà come saresti. Che è merito loro se adesso puoi fare delle cose che anni prima non ti sarebbero passate neanche per l'anticamera del cervello.
Se quattro anni fa qualcuno mi avesse detto che avrei fatto l'animatrice, che avrei saltato e ballato e avuto bambini in braccio e attaccati alle gambe, gli avrei chiesto cosa si era fumato per fare una previsione del genere. Invece è la verità. Così arriva anche il giorno in cui devi ringraziare quelle persone. Quella persona. Ci ho pensato tre settimane, in particolare da carnevale in poi, finché non mi sono fatta sentire. E poi, ti senti diversa. Dopotutto è merito suo se sono la kat di adesso.

domenica 13 marzo 2011

Banzai!

No, non sono impazzita (voglio dire, non più del solito). "Banzai" è il soprannome della ricercatrice di didattica, quella che ha scioperato il primo semestre e che ora ci sta facendo diventare cretini, visto che all'inizio dovevamo fare tutto in classe e invece in classe chiacchieriamo e basta, e tutta la roba la dobbiamo fare a casa. Considerato che va tutto caricato su internet, e considerata la mia connessione, la odio il DOPPIO.
Così ora devo rompermi a preparare 5 silde che non le staranno bene e che porterò a scuola in chiavetta perché sennò non saprei proprio come fare. Non so neanche cosa scrivere.
E poi non dovrebbero girarmi le palle?

venerdì 11 marzo 2011

Project 52: 1/52

Idea rubacchiata alla Pizia (che a sua volta l'aveva rubacchiata a qualcuno eccetera eccetera), consiste nel raccogliere una foto a settimana, per 52 settimane.

Seicento bandiere per i 150 anni.

martedì 8 marzo 2011

Carnevalanza

In piedi da sinistra: Emanuel (sceriffo), Marco (minion), Beatrice (cappuccetto rosso),
Eleonora (Minni), Elena (nonna di Cappuccetto), io (Topolino),
Giulia (stregonessa manga o qualcosa del genere), Alessia (piratessa).
Seduta: Marta (cinese).

Sono letteralmente distrutta. I miei piedi reclamano, avevo coriandoli anche nelle mutande, le orecchie si sono afflosciate a forza di saltare. Però non capisco com’è che dopotutto sono sempre felice. Forse perché in mezzo al casino non mi sento fuori posto se ho il mio posto. Forse perché i bambini mi vengono addosso e saltano e tirano coriandoli e tutto il resto.
Che poi noi ci rompiamo le scatole per fare le cose bene, e poi le cose vanno lo stesso come vogliono.
Inizio sempre più a pensare che da grande voglio fare l’animatrice.

lunedì 7 marzo 2011

Film: Cattivissimo me

Ho solo una cosa da dire: voglio un minion anche io (o anche più di uno). Sono così carini e simpatici, e malvagi!

sabato 5 marzo 2011

A carnevale inca**arsi vale

Affiliamo le zanne perché...

Che merda di organizzazione. Finisce sempre che all'inizio tutti si occupano di tutto e poi invece all'ultimo momento è ancora tutto da fare e i cretini che devono risolvere le cose siamo noi. Di questo passo la festa martedì sarà una bella merda, altro che farci pubblicità.
Li odio tutti, per prima la bomboniera. Grassona antipatica che non è altro.


Se non altro, pare che stia arrivando la primavera.


mercoledì 2 marzo 2011

Figuracce in tivvù

Stasera stavo guardando l'eredità e al duello la domanda di fantasia era la seguente: quale di questi oggetti deve portre con sé harry potter per il PRIMO anno ad hogwarts?
Opzioni di risposta: 1. carta e penna

2. telescopio
3. manico di scopa
4. sfera di cristallo.
La concorrente, tutta gasata, fa un discorso superintelligente del tipo: "Allora, ho letto tutti 7 i libri, blablabla, quindi dico senza dubbio manico di scopa.

Prima che lei potesse sparare questa baggianata, io avevo già visualizzato della mia testa la pagina del libro con l'elenco delle cose da portare, in cui appare "telescopio" e in cui è scritto anche “si ricorda ai genitori che agli allievi del primo anno NON è consentito l'uso di manici di scopa personali”.
E anche se non mi fossi ricordata che c'era scritto telescopio, divinazione si inizia al terzo anno.
Non andrei mai in televisione a fare figuracce del genere.