Scusate, piccolo sfogo. È che avevo bisogno di scrivere.
Non capisco dove sta il problema che tutti creano attorno a me. Non capisco perché devo essere come gli altri, devo fare quello che dicono gli altri e magari farmelo anche venire male perché non è quello che mi piace e che mi interessa. Non è che se ho due cugine su tre avvocato allora devo fare l’avvocato anche io. Non è che se la terza è laureata in biologia e insegna matematica allora devo andare a fare la professoressa anche io. Non è che visto che ho un diploma di turismo allora devo girare il mondo, visto che tra l’altro viaggiare non mi piace neanche e il posto più lontano in cui sono stata è a dieci ore di corriera da casa (no, non sono tante, è solo che arrivi in fondo col didietro quadrato), e non è che perché so sei lingue allora devo andare in cerca di gente che le parla e farci un discorso. Anzi, parlare una lingua che non sia l’italiano (e, in alcuni casi, il dialetto) mi mette l’ansia e lo evito come la peste. Non è che perché i miei amici fanno le feste in cui so che non fanno altro che bere e ballare sul cubo e strusciarsi addosso ai ragazzi allora devo andarci e farlo anche io. Non è che perché quelli a cui ho mandato/lasciato il curriculum non mi richiamano allora non ho voglia di lavorare. Non è che se la mattina dormo fino alle undici e mi alzo che sembro uno zombie allora non ho voglia di fare un cazzo, però dovete lasciarmi il tempo di rendermi conto che è giorno. Non è che perché leggo la posta su una versione vecchia di Thunderbird allora sono nella preistoria, scusate se la mia connessione non mi permette di scaricare quella nuova senza metterci un pomeriggio (sempre che ce la faccia ad arrivare alla fine).
Ultimamente i miei le inventano tutte per farmi sbarellare. Forse sono anche io che mi salta la mosca al naso con niente, ma loro davvero le provano tutte. Qualsiasi cosa non gli sta bene. E intendo proprio qualsiasi, dal maglione che mi metto a come tengo la forchetta a tavola, a come sto seduta al computer che mi viene la scoliosi (e chissà, forse ce l’ho già). E loro dicono che lo fanno per il mio bene, a farmi notare quello che non va, ma invece non fanno altro che farmi arrabbiare e farmi venire attacchi d’ansia. E poi, mi dicono di non fare tante scene, come se lo facessi apposta.
E quando la notte vado a letto, quando mi nascondo sotto le coperte con un libro perché ogni altra vita in questo momento è migliore, mi chiedo cosa sto a farci in questa casa a farmi solo tiranneggiare. Mi chiedo anche cosa succederebbe se una notte mi alzassi e andassi al primo piano a fare un volo dalla terrazza, ma è troppo bassa e mi farei solo male.
Forse essere trattati da diversi è normale, per noi che diversi lo siamo, che non balliamo sui tavoli e che abbiamo sempre cercato di fare i bravi ragazzi e ascoltare quello che ci veniva detto, noi che ci siamo sentiti dire "sei strano" tre volte alla settimana per tutta la vita. Che magari, chi te lo diceva non sapeva neanche dire cosa significasse "strano". Però se questo è il prezzo per essere venuti su bene, non sono sicura di volerlo pagare.
eh già
RispondiEliminaStrano... è vero, chi te lo dice non sa bene che cosa vuol dire. Te lo dice perchè non ti riconosce in uno stardard. non ti inquadra in uno schema. sei una persona libera, e lo mandi in tilt!
RispondiEliminavorrei provare a darti un consiglio... pensa a quei ragazzi di cui parli. pensa a chi ti dice che sei strana. pensa alle loro personalità.
loro sanno chi sono? qual è la loro vera identità?
ecco il tuo problema. hai un'identità forte. sai chi sei. e questo saperlo addirittura ti mette in crisi ogni tanto.
è questa identità che mette a disagio un ragazzo che si rende conto che in confronto a te vale poco: ovviamente non lo capisce coscientemente e ti riversa addosso tutto. e quindi sei tu quella strana. la colpa è tua.
forse sì, forse essere trattati da diversi è normale. ma se questo è il prezzo per avere un'identità, allora credo che meriti :)
se ti chiedono: "tu chi sei veramente?", ho l'impressione che tu sappia cosa rispondere. magari con un elenco. Quella che sa tante lingue ma le mettono ansia; quella con la connessione lenta; quella che non vuole fare nè l'avvocato nè l'insegnante.
Quante persone in giro credi che sappiano così tante cose di se stessi? ;-)
sai, per concludere... la cosa più facile è allinearsi alla massa... se quindi una persona è strana è perchè è diversa dalla massa: è più difficile, ma se continuiamo ad essere strani lo facciamo perchè non potremo mai essere così mediocri. siamo troppo in gamba!! :)
p.s.: notare il senso di autostima (narcisismo) che permea tutto il commento!!! :D
Eliminache nn fa mai male! ;)
Grazie della tua autostima, mi ha tirato un po' su :)
EliminaDa quello che ho potuto vedere (non molto in realtà) sei un pesce tropicale in un piccolo laghetto...
RispondiEliminaE non parlo delle tue scelte, ovviamente...
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