I could be staring at somebody new
but stuck in my head is a picture of you
Io sono sempre lì che aspetto e ti vedo arrivare da lontano, da in fondo alla strada già so che sei tu, che cammini lentamente come fai sempre, un piede davanti all’altro come se fossi in equilibrio su una corda tesa a mezz’aria, con la musica nelle orecchie e i capelli tutti per conto loro.
Io sono lì, seduta sul gradino, che mi guardo le scarpe, quelle nuove con la bandiera inglese, a proposito delle quali non mi hai detto niente, avrei anche potuto avere ai piedi delle pantofole a forma di bufalo e non te ne saresti accorto, e ti guardo avvicinarti e penso che se solo muovessi quei piedi un po’ più velocemente avremmo qualche minuto in più da passare insieme.
E poi, quando arrivi, penso sempre che dovrei finire per saltarti addosso e abbracciarti, o qualcosa del genere, invece mi esce solo un “ciao” tutto stentato, come se tu fossi una di quelle persone che incroci per strada ma che non avevi intenzione di vedere, che praticamente fingi che non ci siano, vedi mai che non guardandole scompaiano. È questa la cosa stupida. Dovrei essere contenta di vederti, sono contenta di vederti, non vedo l’ora di vederti e ti saluto con lo stesso interesse che dedicherei a una zanzara spiaccicata sul muro, il che è praticamente pari a ZERO. Non c’è una volta che sia una che mi viene un po’ di entusiasmo nella voce.
Se solo tu sapessi.
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