venerdì 15 novembre 2013

Recensioni: Il richiamo del cuculo

Il richiamo del cuculo (The Cuckoo’s calling) è un romanzo di Robert Galbraith, pseudonimo di J.K. Rowling. È il primo della serie dell’investigatore Cormoran Strike.
Se volete leggerne un pezzetto e farvi stuzzicare un pochino, cliccate sul Teaser Tuesday di questa settimana schiacciando qui.
Attenzione: anticipazioni sulla trama.
Cormoran Strike è un ex agente della polizia militare che, dopo aver perso una gamba in Afghanistan, si è re-inventato come investigatore privato. Gli affari però vanno così così, fino a quando, tre mesi dopo la morte della famosa modella Lula Landry, il fratello della ragazza, John Bristow, si presenta da Strike per chiedergli di indagare sulla morte della sorella. La polizia ha archiviato il caso come suicidio, ma John non crede che Lula si sia buttata dalla finestra.
Strike e la sua segretaria Robin iniziano così ad indagare, addentrandosi nel mondo di Lula, facendo la conoscenza di un certo numero di personaggi stravaganti, quali lo stilista Guy Somé (da leggersi “Ghi”, in francese), la supermodella Ciara Porter, l’ex fidanzato di Lula Evan Duffield…

Potete pensare che io sia ripetitiva, ma per me “Rowling” suona come “Harry Potter”. Sarà per questo, per sbarazzarsi della scia di Harry, che stavolta s’è inventata un nome falso. Però, sapete, funziona. Sapevo che era lei, ma non era lei. Nel seggio vacante avevo trovato un sacco di cose che mi ricordavano Harry, forse perché io non riuscivo a togliermelo dalla zucca, invece qui no. Questa è Londra, Londra non Hogwarts, e non si passa neanche per la stazione dei treni. Questo è Robert Galbraith, e Robert scrive di Strike. E scrive terribilmente bene.
Il giallo in sé è molto old-style, classico, niente ammazzamenti in diretta e cose del genere, niente CSI con le tute bianche che passano a raccogliere cadaveri col cucchiaino. È più centrato sull’investigazione, sul far lavorare il cervello per venire a capo di quello che è successo. A dirvi la verità, io non sono il tipo che cerca il colpevole. Non sono quel genere di persona che crede di essere il poliziotto e che se ne sta con la testa dentro al libro per trovare tutti i minimi dettagli lasciati in giro dallo scrittore (in questo la zia Rowling è molto brava) e scoprire come finisce con un po’ di pagine in anticipo. Io no.
Cormoran Strike (tralasciamo il fatto che il nome è un po’ assurdo) mi è piaciuto molto, anche se, delle volte, mi sono chiesta se era per creare il personaggio o se davvero tutti gli uomini sono così zucconi. L’unica cosa che è un po’ troppo ovvia è il discorso finale, di dieci pagine, in cui Strike rivela chi è il colpevole e perché e tutto, un po’ come i cattivi che raccontano i loro piani malvagi, un po’ stereotipato.
Avrei solo una considerazione da fare sul titolo, per la serie “traduttori traditori”, anche se mi rendo conto che hanno fatto il possibile. Nel libro lo stilista Somé dice chiaramente che lui chiamava Lula “Cuckoo”, quindi forse c’era da fare due più due e capire che il Cuckoo nel titolo non era l’uccello.
Detto questo, aspetto la prossima indagine.

Nessun commento:

Posta un commento