Eric Malpass - Alle sette del mattino il mondo è ancora in ordine êê
No. Cioè, no. Come hanno potuto mettere questo libro nella lista delle medie? Ci credo che nessuno dei ragazzini l'ha letto.
Silvana Gandolfi - Io dentro gli spari êêêê
Cassandra Clare, Sarah Rees Brennan - Benvenuti in Accademia (Le cronache dell'Accademia Shadowhunters #1) êêê
Louise Walters - Il libro dei ricordi perduti êêêê
Quando ho letto nel riassunto "Roberta lavora in una libreria" non sono neanche andata avanti e me lo sono portato via così. Non so, le librerie (e la gente, anche finta, che ci lavora) hanno un effetto deleterio su di me. E dire che io non sono una che i libri li compra.
Comunque Roberta trova in un vecchio libro una lettera di suo nonno che pare tutto tranne che amichevole, e che, oltretutto pare tutto tranne che morto nell'anno in cui aveva detto la nonna. Quindi, eccoci alle prese con la storia dei nonni, e con quella di Roberta, che ovviamente vorrebbe capire la verità.
Rick Riordan - Il sangue dell'Olimpo (Eroi dell'Olimpo #5) êêêê
Che. Fatica.
Veramente in questa serie gliene sono capitate di tutti i colori a tutti, ma adesso, zio Rick, ti prego lascia che vivano per sempre semidei e contenti.
Cassandra Clare, Robin Wasserman - L'Herondale scomparso (Le cronache dell'Accademia Shadowhunters #2) êêê
Ho letto un commento su Goodreads che diceva qualcosa tipo: "siamo sicuri che il Tobias Herondale scomparso non sia Tobias-Quattro di Divergent?" All'inizio mi era parsa una cosa carina (cioè, non esilerante ma quantomeno simpatica), ma poi ho scoperto che del caro Tobias nel libro se ne parla circa per una pagina e mezza.
Attenuanti: è un libro del 1912, il che mi fa pensare che sia ambientato probabilmente addirittura alla fine dell'Ottocento, con l'ingenuità che ne consegue. In ogni caso, per essere una ragazza intelligente, Judy mi è parsa davvero cruda. Io avevo capito già a metà libro chi era Papà Gambalunga, invece lei cade dal pero.
John Green - Colpa delle stelle êêêêê
(Recensione della prima volta che l'ho letto, a ottobre 2012 quando era appena uscito)
Pensavo che Cercando Alaska fosse
il libro migliore di John Green. Pensavo che Teorema Catherine fosse
bellissimo e che Città di carta fosse
estremamente brillante, ma non avevo fatto i conti con questo.
Io vi giuro, leggere di cancro è sempre un problema enorme per me, perché non posso fare finta di niente, non posso ignorare che mia zia è senza stomaco per via del cancro, che mio padre è senza prostata per via del cancro, e che mia nonna non c’è più da tre anni, sempre per via del cancro. Il cancro si è portato via anche la mia ex prof di italiano delle superiori, e io non sono neanche andata al suo funerale perché non avevo abbastanza forza per non scoppiare a piangere davanti a tutti.
Ma sapete, la verità è che questo non è un libro sul cancro, è un libro su due ragazzi che vogliono farcela. Su due ragazzi innamorati a cui il cancro ha tolto i polmoni e una gamba, che se ne fregano del fatto di essere due bombe ad orologeria e si amano.
Sono innamorato di te, e non sono il tipo da negare a me stesso il semplice piacere di dire cose vere. Sono innamorato di te, e so che l’amore non è che un grido nel vuoto e che l’oblio è inevitabile, e che siamo tutti dannati e che verrà un giorno in cui tutti i nostri sforzi saranno ridotti in polvere, e so che il sole inghiottirà l’unica terra che avremo mai, e sono innamorato di te.
È un libro su due ragazzi che sanno essere forti, che vogliono esserlo anche se sanno che prima o poi tutto finirà.
Quando vai al pronto soccorso una delle prime cose che ti chiedono di fare è dare un voto al tuo dolore su una scala da uno a dieci. [...] Più tardi, dopo che mi avevano dato qualcosa, l’infermiera è tornata e accarezzandomi la mano mentre mi misurava la pressione ha detto: «Sai come faccio a sapere che sei una vera combattente? Hai dato nove a un dieci». Ma non era vero. Gli avevo dato nove perché stavo tenendo da parte il dieci. Ed eccolo qui.
Dio, se ho pianto.
Io vi giuro, leggere di cancro è sempre un problema enorme per me, perché non posso fare finta di niente, non posso ignorare che mia zia è senza stomaco per via del cancro, che mio padre è senza prostata per via del cancro, e che mia nonna non c’è più da tre anni, sempre per via del cancro. Il cancro si è portato via anche la mia ex prof di italiano delle superiori, e io non sono neanche andata al suo funerale perché non avevo abbastanza forza per non scoppiare a piangere davanti a tutti.
Ma sapete, la verità è che questo non è un libro sul cancro, è un libro su due ragazzi che vogliono farcela. Su due ragazzi innamorati a cui il cancro ha tolto i polmoni e una gamba, che se ne fregano del fatto di essere due bombe ad orologeria e si amano.
Sono innamorato di te, e non sono il tipo da negare a me stesso il semplice piacere di dire cose vere. Sono innamorato di te, e so che l’amore non è che un grido nel vuoto e che l’oblio è inevitabile, e che siamo tutti dannati e che verrà un giorno in cui tutti i nostri sforzi saranno ridotti in polvere, e so che il sole inghiottirà l’unica terra che avremo mai, e sono innamorato di te.
È un libro su due ragazzi che sanno essere forti, che vogliono esserlo anche se sanno che prima o poi tutto finirà.
Quando vai al pronto soccorso una delle prime cose che ti chiedono di fare è dare un voto al tuo dolore su una scala da uno a dieci. [...] Più tardi, dopo che mi avevano dato qualcosa, l’infermiera è tornata e accarezzandomi la mano mentre mi misurava la pressione ha detto: «Sai come faccio a sapere che sei una vera combattente? Hai dato nove a un dieci». Ma non era vero. Gli avevo dato nove perché stavo tenendo da parte il dieci. Ed eccolo qui.
Dio, se ho pianto.
Inizio ad averne abbastanza di questa gente che è superfiga e supermagra e superlavoratrice che poi incrocia per caso (o per lavoro) un superfigo e casualmente prima della fine del libro ci si accoppia ottanta volte. E inizio anche ad averne abbastanza che le tipe sopracitate abbiano sempre un sacco di problemi e/o di inconfessabili segreti che sarebbe così facile sputarli fuori e via, e invece perdono mezzo libro a rimuginarci sopra e a fare le stoiche mentre l'uomo di turno sbava ai loro piedi.
Isaac Asimov - L'uomo bicentenario (in "Antologia del bicentenario n.1) êêê
Non vado matta per la fantascienza ma ho letto la voce sul film un giorno che mi stavo erudendo a caso su Wikipedia, così mi sono procurata il racconto (e col cavolo che leggo anche tutti gli altri, uno è stato sufficiente). Niente di che, in realtà.
Tom Moorhouse - La canzone del Grande Fiume êêêê
Sul riassunto c'è scritto che sta a metà strada tra La collina dei conigli e Il vento tra i salici. Non saprei dirvi, visto che non ho letto nessuno dei due. La storia non è male, avventurosa e tutto. Ho adorato Fodur e il suo modo di parlare. Un po' da ragazzini (dopotutto è Feltrinelli Kids, no?) ma buona.
Marie-Aude Murail - Miss Charity êêêê
All'inizio Miss Charity mi ha ricordato terribilmente Calpurnia Tate (L'evoluzione di Calpurnia, di Jacqueline Kelly) con quella sua mania di andare in cerca di grilli e libellule e altre cose del genere. Charity ha praticamente uno zoo in camera, tra topi, conigli, oche, il corvo e tutto il resto. Però la storia di Calpurnia finisce in un anno, invece Charity ci racconta tutto fino alla fine, fino a quando (grazie a Dio) si sposa e tutto. Degli animali, però, non se ne libera mai.
Sarah Jio - I sei volti dell'amore êêêê
Segantini, Chierchini, Sarda, Valussi - I promessi paperi/I promessi topi êêêêê
Adoro le grandi parodie Disney, e questo è quanto.
No, dai. I promessi paperi fa più ridere per le cose assurde che capitano (e poi io preferisco Paperino), però I promessi topi è più fedele e ha anche le citazioni e cose varie, in più don Pippondio (Pippo) fa cappottare dal ridere.
J. R. Palacio - Wonder êêêê
Vorrei scrivervi una cosa tipo "Wunderbar" (che sarebbe circa come wonderful, solo che in tedesco), però con una parola del genere avrei dovuto mettere cinque stelle, invece solo quattro. Non so, l'idea era veramente buona, ma August mi pare che a volte si piange troppo addosso, e quando Via gli dice di piantarla fa anche l'offeso. Cioè, capisco che andarsene in giro con una faccia come la sua deve essere umiliante, però se non vuoi che la gente che non ti conosce ti compatisca per la faccia che hai quando ti vede, perché dovrebbero farlo i tuoi familiari? Forse che invece un po' ti va bene di avere una faccia così?
Gianni Rodari - La freccia azzurra êêê
Che depressione. Neve, gelo, povertà. Francamente non credo che lo darei da leggere a un bambino, gli viene il magone.