«Frau, vieni anche tu a Hong Kong con me? »
« No » (Sì, verrei ovunque con te. Hong Kong, polo Sud, Nuova Zelanda, anche ad Atlantide se ti interessa andarci. Ma ora come ora è meglio che non ci vada neanche tu).
« Perché no? Dai ».
« No, non vengo. Non ho la minima intenzione di andare a Hong Kong, e poi mia madre mi squarta ». (Fanculo mia madre, lei dice che dovrei girare il mondo e lo girerò, solo con chi dico io. Hong Kong va benissimo, tanto per iniziare).
« Ma a Hong Kong parlano inglese ».
« A Hong Kong parlano cinese » (Potrebbero parlare anche aramaico, pur di venire con te lo imparerei).
« Parlano anche inglese ».
« Parlano entrambe, ok? » (Imparo anche il cinese, chissenefrega).
« Ok. Ma tu lo sai parlare l’inglese, vero? »
« Sì. Cioè, lo capisco. Poi parlarlo è un altro discorso. È come i bambini piccoli che capiscono tutto ma non hanno le parole per rispondere ». (Mi sento piccola e anche un po’ una emme, visto che non studio più inglese da un secolo, ma se serve per venire con te, mi rimetto e passo anche gli esami).
« Hai ragione. Io non lo so parlare bene, eh. Allora vieni? ».
« Noooo ». (Sì, cazzo. Sarò la tua interprete e pur di stare con te imparerò tutte le lingue del mondo).
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