lunedì 5 settembre 2011

Ricominciamo alla sagra

Quando hai qualcosa per la testa che non riesci a toglierti e ti rimbalza ogni dieci secondi, l’unico modo per dimenticare è raccontarla. Se puoi raccontare a qualcuno, farci anche quattro risate sopra, è meglio. ma se non puoi, ci sono sempre i fogli di carta. E quando hai scritto fino a farti diventare il mignolo nero d’inchiostro, allora va molto meglio. È per questo che se scrivi rendi le cose eterne, e al tempo stesso le dimentichi.
Ieri c’era la festa dell’inizio della scuola, organizzata dai genitori dei bambini dell’asilo, da noi del kemma e da quelli dell’acr/acg in collaborazione con gli organizzatori della sagra di Vigonovo. È andato tutto abbastanza bene, non ci possiamo lamentare. È solo successa una cosa che stanotte, per prendere sonno, ho dovuto raccontare ad un pezzo di carta:
Il bello è che speravo che non ci fosse, ma morivo dalla voglia che ci fosse. E quando prima di pranzo li ho scrutati, loro con la loro maglietta arancione, e ho visto che non c’era, ero quasi felice.
E invece, dopo pranzo, non so di preciso cosa stavo facendo o che ora fosse, ma mi sono girata verso i gazebi e lui era lì. E anche se era di spalle non avevo dubbi. Quelle braghe viola urlavano il suo nome con tutta la loro forza, e poi come non riconoscerlo? Però, dopo l’infarto, ho fatto finta di niente. Volevo ignorarlo allegramente, vedere se lui si fosse reso conto della mia presenza, se avesse avuto la faccia tosta di venire a salutarmi. E l’ho guardato parecchio, solo che mi giravo sempre quando era di spalle e non poteva accorgersene. Poi, curiosa come una scimmia, ho fatto la mia apparizione facendo finta che mi interessassero solo i bambini e di essere passata di lì solo per il mio lavoro. Abbiamo parlato un po’ dei giochi ed è andato tutto bene. L’ho anche chiamato “tesoro” come niente fosse e l’ho invitato a ballare la baby dance. Voglio dire, che cazzata. Ovviamente ha rifiutato. Poi, durante i giochi, ogni tanto gli davo una sbirciatina, ma solo per abitudine. È stato durante la Nutella che mi è venuta un’assurda idea geniale. Dopo essermi rimpinzata ed aver fatto le foto ai bambini con la bocca sporca, mi sono presentata da lui con la seconda fetta mezza morsicata, chiedendo se ne voleva una. Che domande, poi. Come si fa a non volere pane e Nutella per merenda?
Verso le cinque, mentre lui si faceva l’ennesima cicca e dentro Nicolò faceva ballare i bambini, ci siamo fermati a parlare. Non so di chi sia stata l’idea, ricordo solo che io avevo in mano la quarta bottiglia d’acqua della giornata e lui aveva una sigaretta girata ed era seduto subito fuori del tendone. Ricordo che ho pensato a quanto a pugni facevano le braghe con la maglia. Abbiamo parlato un po’ del più e del meno e del lavoro. Mi ha chiesto se avevo cambiato numero e ho subito pensato istintivamente che mi avesse cercata negli ultimi undici mesi in cui non ci eravamo visti. Invece mi aveva mandato un messaggio venti minuti prima, a proposito di una cosa che, tra l’altro, se me l’avesse detta a voce gli sarebbe arrivata una ginocchiata sulle palle.
E insomma, poco dopo sono andata via, e l’ho anche salutato, pensa che educazione. Poi abbiamo continuato il discorso da ginocchiata sul cellulare.
E stanotte non riuscivo a smettere di pensarci, perché so che saremmo buonissimi amici, se solo riuscissimo a non stuzzicarci tutte le volte che ci parliamo.

2 commenti:

  1. Odio-amore o amore-odio?
    p.s. a proposito della merendina del post precedente: non mi ero accorta che fosse così grande!
    Baci e... sono stordita ma innocua

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  2. è il mio ex (e questo spiega molte cose), anche se effettivamente ci eravamo lasciati senza troppe scenate e cose varie, e vedo che forse potremmo essere amici come aveva chiesto all'epoca.

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