giovedì 18 ottobre 2012

Recensioni: Teorema Catherine

Teorema Catherine (An abundance of Katherines) è un libro di John Green. Dello stesso autore potete leggere anche Città di carta (bellissimo) e Cercando Alaska (meraviglioso). Mi sembra abbastanza ovvio che “meraviglioso” sta sopra a “bellissimo”.
Attenzione: anticipazioni sulla trama.
Colin ha 17 anni e 19 ex fidanzate tutte di nome Catherine, e da tutte è stato mollato. Colin, che è un bambino prodigio, e forse un genio, e che ricorda un sacco di cose terribilmente inutili e si diverte ad anagrammare le parole, è deciso ad avere il suo “momento Eureka” come tutti i geni, e quando questo arriva lo fa sotto forma di una formula per predire se una storia d’amore funziona o no, e per quanto andrà avanti.
L’ultima Catherine, per comodità C-19, l’ha lasciato il giorno del diploma, e per tirargli su il morale il suo amico Hassan (musulmano sunnita, non terrorista) lo porta con lui in un viaggio on the road nel quale capitano a Gutshot, paesino del Tennessee in cui c’è abbondanza di maiali selvatici e praticamente nient’altro, a parte la tomba dell’Arciduca Franz Ferdinand (o forse no). Qui incontrano Lindsey e sua madre Hollis, e tutti gli amici di Lindsey, primo tra tutti il suo ragazzo Colin, ossia L’Altro Colin (LAC). Hollis propone di ingaggiarli per un lavoro estivo, e così Colin e Hassan si fermano a Gutshot, dove di Catherine non ce n’è nemmeno una e Colin può lavorare al suo teorema…

Dopo Cercando Alaska John Green è balzato in cima alla lista dei miei autori preferiti, e non mi interessa se scrive YA e io ho 23 anni, secondo me scrivere per bambini e ragazzi è terribilmente difficile, più ancora che scrivere per gli adulti, e quindi ha tutta la mia stima. Tutti i suoi personaggi sono così veri che mi domando se effettivamente sotto non ci sia qualche persona reale che lui conosce, o forse è solo che è un trentunenne con un fratello e sono uno più ragazzo dell’altro.
Tutte le scemenze enciclopediche che sa snocciolare Colin io le ho trovate interessanti, ma dopotutto io non sono Hassan, e mi sono letta anche le note a piè di pagina e tutta la spiegazione della formula, pur essendo io negatissima in matematica.
Tanto di cappello anche a Lia Celi che ha tradotto tutto, anagrammi compresi (che ovviamente non si possono tradurre, bisogna semplicemente inventarsene di nuovi).

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