Dalla neve al Natale, il passo è breve.
giovedì 28 novembre 2013
Ninnaneve
Oggi sono già in modalità Natale, anche se non so di preciso perché. Dev'essere colpa del mio betterro (l'errore è voluto, è cit.) e della mia sciarpazza a righe in cui mi intabarro per uscire, oppure è per via del fatto che è tutto il giorno che canticchio questa:
Dalla neve al Natale, il passo è breve.
Dalla neve al Natale, il passo è breve.
martedì 26 novembre 2013
Teaser Tuesday/4
Il Teaser Tuesday è stato inventato dal blog Should Be Reading. Le regole sono le seguenti:
1. prendi il libro che stai leggendo
2. aprilo a una pagina a caso
3. copia uno spezzone della pagina (senza fare spoiler!), riportando anche titolo e autore.
Naturalmente potete scrivere nei commenti qui sotto il vostro teaser.
Ecco il teaser di questa settimana:
Cominciò a piovere, e mi congratulai con me stessa per essermene rimasta a casa. Ana mi telefonò qualche ora dopo per chiedermi cosa stavo facendo.
«Volevo assicurarmi che tu non fossi sul divano a guardare la televisione.»
«Perché? che male c’è, a guadare la televisione?»
«Ma è sabato sera, Elsie! Sveglia! Esci! Ti direi di venire con me… se non avessi un appuntamento con Jim.»
«Alla faccia della castità!»
«Cara, sappi che non ho nessuna intenzione di andarci a letto. Usciamo a cena e basta.»
Scoppiai a ridere. «Certo, come no. Be’, io invece ho voglia di starmene sdraiata sul divano. Sono stanca, ho sonno e…»
«Smettila di accampare scuse!»
«D’accordo. Sono pigra, e ogni tanto mi piace rimanere da sola.»
si parla di:
libri,
taylor jenkins reid,
teaser tuesday
mercoledì 20 novembre 2013
Recensioni: La carezza del destino (Touched #1)
La carezza del destino è un romanzo YA di Elisa S. Amore, primo della serie Touched che narra le avventure di Gemma ed Evan.
Attenzione: anticipazioni sulla trama.
Gemma vive da sempre nel tranquillo paesino di Lake Placid, ha una media scandalosamente alta a scuola (da quanto si deduce), due genitori che possiedono una caffetteria, un migliore amico chiamato Peter (ovviamente innamorato pazzo di lei) che la va a trovare in camera scalando il supporto per i fiori (come ogni ragazzo americano che si rispetti). Tutto scorre come al solito fino a quando un giorno Gemma vede uno strano ragazzo dagli occhi di ghiaccio nel bosco. Peter, che era con lei, le dice che in verità non c'era nessuno, ma Gemma, più ci pensa e più si convince che il ragazzo esiste. Due settimane dopo, il ragazzo misterioso fa la sua comparsa a scuola. Gemma è tutta contenta perché ha la prova di non avere le allucinazioni, ma Peter la mette in guardia, quel ragazzo ha un'aura oscura, sembra essere sempre nei paraggi quando muore qualcuno. Gemma non lo sta a sentire, e si innamora perdutamente del Signor Selvaggio, il ragazzo misterioso, che poi si scoprirà si chiama Evan James.
Anche Evan è stracotto di Gemma ma, pur facendo un sacco di cose insolite, tipo andare a trovarla nei sogni (avrete capito che non è un ragazzo normale. Oddio, in verità non è neanche un ragazzo nel vero senso del termine), continua a sostenere che non potranno mai stare insieme, ma senza fornire una spiegazione ai suoi discorsi.
Il punto è che Evan è un Giustiziere, un angelo della morte, e che la prossima vittima sulla sua lista è proprio Gemma. Così, la mattina in cui è scritto che la ragazza debba morire, Evan si apposta sulla strada che dovrà percorrere...
Anche Evan è stracotto di Gemma ma, pur facendo un sacco di cose insolite, tipo andare a trovarla nei sogni (avrete capito che non è un ragazzo normale. Oddio, in verità non è neanche un ragazzo nel vero senso del termine), continua a sostenere che non potranno mai stare insieme, ma senza fornire una spiegazione ai suoi discorsi.
Il punto è che Evan è un Giustiziere, un angelo della morte, e che la prossima vittima sulla sua lista è proprio Gemma. Così, la mattina in cui è scritto che la ragazza debba morire, Evan si apposta sulla strada che dovrà percorrere...
L’altra settimana ero in
biblio a fare il pieno, adesso che non posso più andarci tre volte alla
settimana, e Giovanna (la bibliotecaria) mi ha detto: “prendi quello, così mi
dici com'è. L’ho preso per le ragazzine”. È una tradizione che io legga prima
di tutti i fantasy e gli YA, così poi possiamo consigliarli (o dire che fanno
schifo).
Il punto è che, da un
lato, l’ho trovato godibile, la seconda notte non riuscivo a smettere di
leggere perché ero curiosa come una scimmia e l’ho chiuso alle tre meno un
quarto di mattina, però dall'altro lato ogni pagina che giravo mi dicevo: “beh,
e adesso che altra scemenza c’è qui?”. Non me le sono segnate tutte, però
alcune cose un po’ così mi sono saltate agli occhi. Intendiamoci, non vi sto
dicendo che è una completa schifezza, però avrei apprezzato un po’ più di originalità in
certe cose, tipo le tre che vi scrivo qui sotto.
1. Chissà com'è che Lake
Placid mi fa venire subito in mente Forks. Sarà che è tutta verde, e che ci
dice perfino il numero di abitanti.
2. Gemma ha un carlino che
si chiama Iron e dorme praticamente 23 ore al giorno. Un carlino? Che caso, ce
l’ha anche l’autrice. E anche il suo non fa altro che dormire.
3. Naturalmente a scuola c’è
sempre il ballo (d'altronde adesso lo fanno anche qua). Oh, sì, c’è anche il
musical, oltre al ballo! Come potevamo farcelo mancare? (Tralasciamo il fatto
che è palese che “La Bella e la Bestia” è fotocopiato dal cartone della
Disney).
Comunque, passiamo alle
perplessità serie.
Gemma è di una coerenza
disarmante: un attimo prima si lagna che a Lake Placid, essendo un buco, tutti
sanno tutto di tutti (per dirla come il mio prof di inglese: everyone knows
your business), e subito dopo dice che tanto non succede mai niente. E
allora, dove sta il problema?
Abbiamo capito che tutto
quello che fa il ragazzo misterioso (Evan, per gli amici, come scopriremo un
(bel) po’ di pagine dopo), compreso esistere, è selvaggio, e che anche
lui in persona è terribilmente SELVAGGIO, non c’è bisogno di scriverlo
continuamente. E poi, vi dirò, il Signor Selvaggio appare a scuola così dal
nulla, di punto in bianco, in una cittadina in cui tutti sanno tutto come Gemma
ci ha ricordato, e se ne sta beatamente appoggiato all’armadietto con l’altra
tipa incollata, che è bella come una dea e tutto il resto, e NESSUNO se ne
rende conto? Tutti gli altri studenti camminano come se niente fosse e coprono
tutto col loro brusio, come niente fosse, quando invece, a rigor di logica,
dovrebbero come minimo stare a fissarli a bocca aperta come degli ebeti.
Parliamo un po’ di
svarioni, ora. Ad esempio, i ragazzi che parlano della moto di Evan (Mr
Selvaggio) dicono che viene centomila EURO. Non eravamo in America fino a due
pagine prima? O forse è che gli americani hanno cambiato valuta perché l’Euro è
più forte? Non credo che sei ragazzini delle superiori ragionerebbero in Euro,
se tutti i giorni usano i dollari. Lo svarione numero due, sempre perché siamo
in America, è che Gemma ci comunica scioccata che Evan sta correndo con la moto
a 308 all'ora. Ora, lei parla di chilometri, ma non dovrebbe usare le miglia? È
palese che non parla di miglia perché facendo un rapido conteggio, 308 miglia all'ora
sarebbero più o meno 495km, e non li fa neanche una macchina di Formula Uno.
Ma lo svarione numero tre
è il mio preferito: prima di spiegarci com'è possibile, Gemma ci dice prima che
Evan ha gli occhi grigi, poi che ce li ha marroni, poi che li ha grigi di nuovo,
e ancora marroni. Per un po’ ho considerato che fosse Edward Cullen sotto
mentite spoglie.
Passiamo così alla cosa
che ho (s)preferito, ossia la somiglianza che ho trovato tra Evan e i suoi fratelli
coi Cullen (sì, lo so che si finisce sempre per confrontare tutto con Twilight
ma non è colpa mia se è stato il capostipite). Per prima cosa, dimostrano 17
anni quando hanno invece un’età più assimilabile a quella di Matusalemme che a
quella di Gemma. Evan, per esempio, ne ha 309. Comunque, date di nascita a
parte, ammettendo che Evan sia Edward, Drake sarebbe Emmett e Simon e Ginevra Jasper
e Alice (guarda caso, stanno perfino insieme). Evan, in più, ha il Complesso di
Bella, il che lo porta a farsi pare a vagonate nella parte raccontata da lui
(non che Gemma ce le risparmi, in verità), il che mi ha portata a sospettare
che un libro senza un personaggio piagnucoloso non può stare in piedi.
C’è anche un'altra cosa
che mi è sfuggita, o che forse è sfuggita a lei. Quando Gemma se ne va dal bar
fa le seguenti cose: trova l’incendio, dà un po’ di matto, scappa, arriva alla “casa”
di Evan e vede Ginevra sulla panchina, scappa di nuovo, si scontra con Evan,
rifiuta il suo passaggio in moto e alla fine torna a casa a piedi. E dopo tutta
questa odissea, che ha richiesto di sicuro un bel po’ di tempo, i genitori non
sono ancora arrivati a casa. E per fortuna che stavano per staccare. Inoltre,
per avvalorare la mia tesi-Cullen, Evan che le dice: “ti sbagli, Gemma, il
cancello era aperto”, suona esattamente come: “ti sbagli, Bella, ero lì vicino
a te. Sono sempre stato lì”.
E, ultima cosa, vorrei
sapere come le è passato per la testa di scrivere basketBALL. Il T9 si rifiuta
di compormelo, arriva solo fino a “basket”, perché è esattamente così che si
dice in italiano.
si parla di:
elisa s. amore,
fantasy,
libri,
libri per ragazzi,
recensioni
martedì 19 novembre 2013
Teaser Tuesday/3
Il Teaser Tuesday è stato inventato dal blog Should Be Reading. Le regole sono le seguenti:
1. prendi il libro che stai leggendo
2. aprilo a una pagina a caso
3. copia uno spezzone della pagina (senza fare spoiler!), riportando anche titolo e autore.
Naturalmente potete scrivere nei commenti qui sotto il vostro teaser.
Ecco il teaser di questa settimana:
Dominic prese il tovagliolo di carta dal dispenser in acciaio e cominciò a strapparlo a quadretti minuscoli, cercando inutilmente di fingere una totale indifferenza.
«Mah, chi lo sa. Magari si stavano lamentando del servizio troppo lento. Alcuni manager in carriera non riescono a capire che ci vuole il suo tempo, per fare un buon cappuccino.» La sua voce suonava stranamente distante, ma un attimo dopo tornò al solito tono allegro. «Scusami, non volevo lamentarmi. Potrebbe essere il segno che è ora di prendermi quella vacanza di cui parlo sempre.»
Fuori, un gabbiano fermo su un trespolo levò il suo grido, sporgendosi a guardare dentro una di quelle vecchie finestre a un solo pannello, generose di spifferi, che sembravano tenere d’occhio l’andirivieni dei traghetti nella baia. Avevo la sensazione che Dominic mi stesse nascondendo qualcosa, ma in fondo non era importante. «E dove ti piacerebbe andare?» gli chiesi.
Sarah Jio - Neve a primavera
lunedì 18 novembre 2013
Perché andare a spasso?
A volte penso di non essere figlia di mio padre. A lui piace un sacco andare in giro in macchina, anche se deve fare cento metri, e quando finisce per essere a casa che non fa niente dice sempre: "si potrebbe andare a fare un giro a [inserire località o negozio]". E chiede a me se voglio andarci insieme. Io dico praticamente sempre di no perché, al contrario di lui, io quando sono a casa voglio restarci, potermi tenere le braghe del pigiama (c'è un momento in cui passi dall'avere ancora il pigiama ad avercelo già), stare seduta al mio amico computer a cazzeggiare, ascoltare la musica (ultimamente mi sto drogando di Mika), giocare ai videogames (mi sono intrippata di nuovo con Zelda - The Minish Cap, per GBA. Se vi capita, provatelo), ogni tanto mangiare (ho appena finito un panino col salame, e fanculo la ciccia).
Non vedo perché dovrei scomodarmi, cambiarmi, uscire al freddo, salire in macchina (e inquinare) per andare a fare un giretto chissà dove, quando ho tutto quello che voglio a portata di mano. Almeno i giorni in cui non sono da F a fargli fare i compiti, vorrei stare tranquilla e non uscire.
si parla di:
che bene che si sta a casa,
cibo,
computer,
freddo,
videogiochi
venerdì 15 novembre 2013
Recensioni: Il richiamo del cuculo
Il richiamo del
cuculo (The Cuckoo’s
calling) è un romanzo di Robert Galbraith, pseudonimo di J.K. Rowling. È il
primo della serie dell’investigatore Cormoran Strike.
Se volete leggerne un
pezzetto e farvi stuzzicare un pochino, cliccate sul Teaser Tuesday di questa
settimana schiacciando qui.
Attenzione:
anticipazioni sulla trama.
Cormoran Strike è un ex
agente della polizia militare che, dopo aver perso una gamba in Afghanistan, si
è re-inventato come investigatore privato. Gli affari però vanno così così,
fino a quando, tre mesi dopo la morte della famosa modella Lula Landry, il
fratello della ragazza, John Bristow, si presenta da Strike per chiedergli di
indagare sulla morte della sorella. La polizia ha archiviato il caso come suicidio,
ma John non crede che Lula si sia buttata dalla finestra.
Strike e la sua segretaria
Robin iniziano così ad indagare, addentrandosi nel mondo di Lula, facendo la
conoscenza di un certo numero di personaggi stravaganti, quali lo stilista Guy
Somé (da leggersi “Ghi”, in francese), la supermodella Ciara Porter, l’ex fidanzato
di Lula Evan Duffield…
Potete pensare che io sia
ripetitiva, ma per me “Rowling” suona come “Harry Potter”. Sarà per questo, per
sbarazzarsi della scia di Harry, che stavolta s’è inventata un nome falso. Però,
sapete, funziona. Sapevo che era lei, ma non era lei. Nel seggio vacante
avevo trovato un sacco di cose che mi ricordavano Harry, forse perché io non
riuscivo a togliermelo dalla zucca, invece qui no. Questa è Londra, Londra non
Hogwarts, e non si passa neanche per la stazione dei treni. Questo è Robert
Galbraith, e Robert scrive di Strike. E scrive terribilmente bene.
Il giallo in sé è molto
old-style, classico, niente ammazzamenti in diretta e cose del genere, niente
CSI con le tute bianche che passano a raccogliere cadaveri col cucchiaino. È più
centrato sull’investigazione, sul far lavorare il cervello per venire a capo di
quello che è successo. A dirvi la verità, io non sono il tipo che cerca il
colpevole. Non sono quel genere di persona che crede di essere il poliziotto e
che se ne sta con la testa dentro al libro per trovare tutti i minimi dettagli
lasciati in giro dallo scrittore (in questo la zia Rowling è molto brava) e
scoprire come finisce con un po’ di pagine in anticipo. Io no.
Cormoran Strike
(tralasciamo il fatto che il nome è un po’ assurdo) mi è piaciuto molto, anche se,
delle volte, mi sono chiesta se era per creare il personaggio o se davvero tutti
gli uomini sono così zucconi. L’unica cosa che è un po’ troppo ovvia è
il discorso finale, di dieci pagine, in cui Strike rivela chi è il colpevole e
perché e tutto, un po’ come i cattivi che raccontano i loro piani malvagi, un
po’ stereotipato.
Avrei solo una
considerazione da fare sul titolo, per la serie “traduttori traditori”, anche
se mi rendo conto che hanno fatto il possibile. Nel libro lo stilista Somé dice
chiaramente che lui chiamava Lula “Cuckoo”, quindi forse c’era da fare due più
due e capire che il Cuckoo nel titolo non era l’uccello.
Detto questo, aspetto la
prossima indagine.
si parla di:
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robert galbraith
martedì 12 novembre 2013
Teaser Tuesday/2
Il Teaser Tuesday è stato inventato dal blog Should Be Reading. Le regole sono le seguenti:
1. prendi il libro che stai leggendo
2. aprilo a una pagina a caso
3. copia uno spezzone della pagina (senza fare spoiler!), riportando anche titolo e autore.
Naturalmente potete scrivere nei commenti qui sotto il vostro teaser.
Ecco il teaser di questa settimana:
Somé si mordicchiò un'unghia e a Strike tornò in mente Kieran Kolovas-Jones; lo stilista e l'autista avevano più o meno lo stesso fisico, piccolo ma ben proporzionato.
«E va bene, sono una vipera» disse Somé, togliendosi l’unghia di bocca. «John Bristow non mi è mai piaciuto. Stava sempre addosso a Cuckoo. Per un motivo o per l’altro. Invece di farsi una vita. Di uscire allo scoperto. L’ha mai sentito parlare della mammina? Ha visto la sua ragazza? Secondo me, quella si fa la barba».
Sputava le parole in un fiotto nervoso, sprezzante, interrompendosi sol per aprire un cassetto della scrivania e tirarne fuori un pacchetto di sigarette al mentolo. Strike aveva già notato che lo stilista aveva le unghie rosicchiate fino alla carne viva.
«Colpa della famiglia se Cuckoo era così incasinata. Glielo dicevo sempre: “Scaricali, tesoro, va’ avanti per la tua strada”. Ma lei, niente. Tipico di Cuckoo: sempre a cercare di cavar sangue dalle rape».
Robert Galbraith (J.K. Rowling) - Il richiamo del cuculo
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lunedì 11 novembre 2013
mercoledì 6 novembre 2013
Recensioni: Alieni in Italia - Invasione fredda
Alieni in Italia –
Invasione fredda è un eBook di Fabrizia Pizzuti (la trovate su aNobii col nick “la Debellatrice”, e
più in generale in internet come “Avstron”).
Attenzione:
anticipazioni sulla trama.
L’Europa è invasa da
alieni replicanti che, prendendo le sembianze e il posto di un umano (questo mi
ricorda quel film da cui escono le copie dai baccelloni, che non so come si
intitola perché non sono una patita di fantascienza e non l’ho mai visto, anche
se effettivamente non credo che questi alieni escano da lì), cercano di
accoppiarsi con gli umani per creare degli ibridi. Per toglierseli dai piedi, l’Unione
Europea ha inviato delle task-force di debellatori, provenienti in particolare
dalla Scandinavia. Uno di questi è Erik (a quanto pare, il più figo di tutti), e
Betta, che lo aveva chiamato per far fuori un alieno che aveva preso le
sembianze della madre, lo invita a restare. In seguito Erik le propone di
prendere il brevetto di debellatrice e di diventare sua socia.
Betta si applica, e non
solo allo studio degli alieni e di come farli fuori. Potrei dirvi che Betta si
è innamorata di Erik, ma lei negherebbe. In ogni caso, finiscono spesso per
dormire nello stesso letto (eccetera, eccetera. Non vorrete mica che vi
racconti per filo e per segno cosa combinano, vero?). Da quando sta con Betta,
Erik sembra molto più rilassato, ma le cose precipitano quando vengono chiamati
a ispezionare una grossa tana. Dentro, oltre ai soliti alieni col sangue
giallo, quelli che vengono ridotti in poltiglia a martellate, ci sono anche dei
guerrieri. E qualcos’altro. Qualcosa di cui è meglio non parlare. Erik e gli
altri vengono attaccati e finiscono in ospedale, e qui scopriamo la sua storia,
di come è diventato debellatore. Per un po’ tutto tace, finché un giorno i tre
grandi capi dell’esplorazione iniziano a ficcare il naso a proposito del
qualcosa-che-non-deve-essere-nominato nella tana. Erik è diviso tra il voler
scoprire che cosa hanno in mente quei tipi e la versione che ha concordato con
gli altri.
La pressione però è tanta.
Betta si sente in colpa per un ragazzo ammazzato dagli alieni, ed Erik medita
di tornare in Svezia per un lavoro di consulenza. Betta acconsente, e cerca
così un nuovo aiutante per continuare a martellare gli alieni in assenza del
Vichingo. Serena si aggiunge alla squadra.
Se devo essere sincera, la
fantascienza non è il mio genere. Gli alieni non mi dicono niente, gli svedesi
non sono il mio tipo di ragazzo ideale (ho dei problemi? Pazienza). Perfino Betta
è così gentile che prende gli alieni a martellate (questa forse non la
capirete).
Ho letto questo libro
penso trenta volte, a pezzi, più volte gli stessi pezzi, sistemando e
correggendo in anteprima la storia di Erik e Betta, facendo battute,
inorridendo, infuriandomi, chiedendomi cosa le passava per la testa a volte. L’ho
letto, l’ho corretto, l’ho visto crescere. È un libro che, solo per questo, non
posso schifare completamente. Ogni volta che lo leggevo, che rileggevo, c’era
qualcosa di cambiato, qualche particolare che andava al suo posto. Un passo in
più verso il libro.
Ho dato chances ad autori ben
più analfabeti, persone che scrivono peggio del bambino a cui do ripetizioni
(il che è tutto dire, visto che di solito devo correggere pesantemente i suoi
temi), quindi trovarsi in mano un libro scritto bene già da subito è una
goduria, veramente. Una libridine.
Solo di una cosa vi
avverto: se siete i tipici lettori-videogiocatori resterete delusi, perché non
c’è il boss. Sì, avete capito bene, niente boss finale con cui ammucchiare una valanga
di punti e passare ai titoli di coda coi crediti. Niente boss alieno da
martellare, prendete nota.
Vorrei anche ricordarvi che
si tratta di un ebook illustrato, con magnifici disegni di Lorenzo
Daddi, che quasi ti viene da chiederti perché non farne una graphic novel.
Trovate un sacco di altre
informazioni (serie, niente sviolinate) sul sito dedicato http://alieninitalia.wordpress.com
e su http://www.etereabooks.com/catalogo/alieni-italia.
Provatelo.
martedì 5 novembre 2013
Teaser Tuesday
Che cos’è il Teaser Tuesday,
dite? È una cosa che si fa di martedì (Tuesday) e serve per stuzzicare (to
tease) le altre persone a leggere il libro di cui posti una
frase/paragrafo.
Il Teaser Tuesday è stato
inventato dal blog Should Be Reading, ma chiunque può partecipare. Ci sono pagine librose su Facebook
che fanno il Teaser Tuesday, e ci sono anche un sacco di blog letterari (o
simili), quindi perché non inaugurare un Teaser Tuesday anche qua?
Le regole sono le
seguenti:
1. prendi il libro che stai
leggendo
2. aprilo a una pagina a
caso
3. copia uno spezzone
della pagina (senza fare spoiler!), riportando anche titolo e autore.
Quindi, ecco a voi il
Teaser di oggi.
«Sembra che facciamo un passo avanti e due indietro, Pidge. Ogni volta che penso siamo sulla stessa linea tu fai muro. Non capisco… La maggior parte delle ragazze tormenta il fidanzato perché faccia sul serio, perché dichiari i suoi sentimenti, perché compia il passo seguente…»
«Pensavo avessimo chiarito che non sono come la maggior parte delle ragazze.»
Lasciai cadere la testa, frustrato. «Sono stanco di tirare a indovinare. Che piega pensi prenderà questa cosa, Abby?»
Lei mi premette le labbra sul collo. «Quando penso al mio futuro, ci sei tu.»
lunedì 4 novembre 2013
Traduttori traditori
Non so voi, ma io, quando leggo un libro, vado sempre a guardare com'è il titolo originale, per scoprire come e quanto l'hanno strapazzato nella traduzione.
Lo so che a volte i titoli tradotti non rendono, non si capiscono, non hanno più il significato originale (per dirvene uno, Il giovane Holden. La traduzione letterale in italiano non aveva senso, ma almeno hanno messo nel titolo il nome del protagonista), però ci sono dei libri con dei titoli che, quando arrivi alla fine, ti dici: "beh, e questo titolo da dove salta fuori?".
Così pensavo che, per farci qualche risata, potrei ogni tanto (compatibilmente con le scemenze che trovo) parlarvene qua, con la trama e tutto, tipo minirecensione, per confutare il titolo e far ronzare le orecchie dei traduttori.
Il primo della lista è il libro che ho finito di leggere stanotte (ma che cosa strana, io che finisco i libri di notte? Ma quando mai?), ossia Una luna magica a New York di Suzanne Palmieri. Titolo originale: The witch of Little Italy (letteralmente: La strega di Little Italy).
Converrete con me che è inutile togliere la strega dal titolo se poi nel libro c'è. Anzi, per essere precisi ce ne sono tre, non solo una. E converrete anche che, se si parla di streghe, non è esattamente la luna ad essere magica.
Attenzione: anticipazioni sulla trama.
Eleanor, studentessa di Yale, incinta, con un fidanzato che la picchia e una madre che a quanto pare non le ha mai voluto bene davvero, se ne va dal campus per tornare a New York, a casa della nonna e delle due prozie, perché sente come una voce nella sua testa che le dice "torna a casa". Anzi, neanche a New York, nel Bronx. Non si parla di New York. Le tre vecchie signore hanno dei nomi strani, la nonna si chiama Mimi e le altre due Itsy e Fee. Itsy ha perso la voce e Fee è sorda come una campana dal "Giorno che morirono gli Amore" nel lontano 1945. Gli Amore sono la loro famiglia, o almeno quello che ne resta. Gli Amore hanno la Vista, ossia la capacità di prevedere il futuro. Ce l'ha anche Eleanor, anche se non lo ricorda per via di un incantesimo fattole molti anni prima dalla zia Itsy.
Così Eleanor torna "a casa" e, giorno dopo giorno, inizia a ricordare e a capire che gli Amore rimasti hanno qualche scheletro nell'armadio, probabilmente lei compresa...
Due stelle per il titolo, che sarà anche romantico, e che ci sta bene con la copertina, ma che non mi ha detto niente.
Lo so che a volte i titoli tradotti non rendono, non si capiscono, non hanno più il significato originale (per dirvene uno, Il giovane Holden. La traduzione letterale in italiano non aveva senso, ma almeno hanno messo nel titolo il nome del protagonista), però ci sono dei libri con dei titoli che, quando arrivi alla fine, ti dici: "beh, e questo titolo da dove salta fuori?".
Così pensavo che, per farci qualche risata, potrei ogni tanto (compatibilmente con le scemenze che trovo) parlarvene qua, con la trama e tutto, tipo minirecensione, per confutare il titolo e far ronzare le orecchie dei traduttori.
Il primo della lista è il libro che ho finito di leggere stanotte (ma che cosa strana, io che finisco i libri di notte? Ma quando mai?), ossia Una luna magica a New York di Suzanne Palmieri. Titolo originale: The witch of Little Italy (letteralmente: La strega di Little Italy).
Converrete con me che è inutile togliere la strega dal titolo se poi nel libro c'è. Anzi, per essere precisi ce ne sono tre, non solo una. E converrete anche che, se si parla di streghe, non è esattamente la luna ad essere magica.
Attenzione: anticipazioni sulla trama.
Eleanor, studentessa di Yale, incinta, con un fidanzato che la picchia e una madre che a quanto pare non le ha mai voluto bene davvero, se ne va dal campus per tornare a New York, a casa della nonna e delle due prozie, perché sente come una voce nella sua testa che le dice "torna a casa". Anzi, neanche a New York, nel Bronx. Non si parla di New York. Le tre vecchie signore hanno dei nomi strani, la nonna si chiama Mimi e le altre due Itsy e Fee. Itsy ha perso la voce e Fee è sorda come una campana dal "Giorno che morirono gli Amore" nel lontano 1945. Gli Amore sono la loro famiglia, o almeno quello che ne resta. Gli Amore hanno la Vista, ossia la capacità di prevedere il futuro. Ce l'ha anche Eleanor, anche se non lo ricorda per via di un incantesimo fattole molti anni prima dalla zia Itsy.
Così Eleanor torna "a casa" e, giorno dopo giorno, inizia a ricordare e a capire che gli Amore rimasti hanno qualche scheletro nell'armadio, probabilmente lei compresa...
Due stelle per il titolo, che sarà anche romantico, e che ci sta bene con la copertina, ma che non mi ha detto niente.
sabato 2 novembre 2013
Hunger Games, il libro e il film
Non più di un mese fa, mi
sono bevuta in tre pomeriggi Hunger Games e seguiti.
Per chi non la conoscesse, eccovi la trama (del primo).
Attenzione, anticipazioni!
Nel distretto 12, come in tutta Panem, è il giorno della mietitura, ossia il giorno in cui vengono estratti i nomi dei tributi che andranno a combattere agli Hunger Games a Capitol City. I due tributi che partono dal 12 sono Katniss Everdeen, offertasi volontaria al posto della sorella, e Peeta Mellark, il figlio del fornaio. Secondo le regole degli Hunger Games, dei 24 tributi solo uno sarà il vincitore, ossia quello che per ultimo resterà vivo nell'arena.
Ogni coppia di tributi ha un mentore, ossia un vincitore delle edizioni passate, e il mentore di Katniss e Peeta è un ubriacone di nome Haymitch. Appare subito chiaro che Haymitch, abituato a veder vincere i ragazzi dei distretti più ricchi, non è abituato ad aiutare i suoi tributi, ma Katniss e Peeta si dimostrano combattivi, e Haymitch decide di aiutarli a restare vivi nell'arena. Ma che succede? Durante l'intervista pre-Hunger Games, Peeta rivela di essere innamorato di Katinss, molto innamorato e da molto tempo. Il pubblico ormai li adora. Ma le regole sono chiare, solo uno sopravvive. Finché, nel corso dei giochi, la regola viene cambiata. Se entrambi i tributi sopravvissuti alla fine dei giochi sono dello stesso distretto, possono essere incoronati entrambi vincitori. Peccato solo che Katniss e Peeta si sono persi di vista e che lui è gravemente ferito...
Ho subito pensato che PER
FORTUNA non avevo fatto l’errore di vedere il film prima di leggerlo. Adesso
però, dopo essermi gustata tutti tre i volumi in sequenza, l’ho preso e l’ho
guardato, e sono anche rimasta abbastanza contenta, visto che di solito i libri
meravigliosi vengono scannati per farli entrare nel film.
Hunger Games è abbastanza
fedele, anche se ovviamente hanno dovuto tagliare tutti i pensieri di Katiniss,
e facevano comodo (almeno lei non è come Bella Swan che si fa tre pare in un
pensiero). Non è neanche particolarmente sanguinoso, pensavo peggio visto muoiono
in ventidue.
Peeta mi è piaciuto molto,
a differenza della tipa che fa Katniss, il che è abbastanza assurdo, visto che
nel libro l’avevo trovato alquanto detestabile. Evidentemente, il fatto che sia
carino depone a suo favore (e, Dio, ha tre anni meno di me. com’è possibile che
io sia già così vecchia?). anche Haymitch non è male. Effie Trinket (quella che
pesca i nomi e li accompagna a Capitol City, per capirci) è assolutamente
ridicola (oserei quasi dire imbarazzante), come più o meno tutti quelli di
Capitol City. Caesar Flickerman (il presentatore) è quasi come nel libro,
quindi bel lavoro. Seneca Crane, il primo stratega, ha una barba inquietante. Spero
fosse finta, o disegnata. Seneca nel libro non c’è. Si scopre nel secondo che
il primo stratega non è più lui, perché è morto (impiccato, a quanto pare).
I boschi di Panem
assomigliano terribilmente a quelli di Twilight, o forse tutti i boschi
sono uguali. E poi, ho passato due giorni a chiedermi dove avevo già visto Gale,
perché all’inizio pensavo fosse uno dei lupi di Twilight, ma poi mi sono
pensata che era il moroso di Miley Cyrus in L’ultima canzone.
Ma non vi ho parlato di
Katniss! La verità è che non so cosa dirvi di lei. Nel libro mi era piaciuta a
tratti, delle pagine buone e delle altre in cui avrei fatto un falò di lei,
Gale, Peeta e tutti gli altri tributi e strateghi. Come dite, Gale non è nell’arena?
Lo so, ma chi se ne frega.
La tipa che interpreta
Katniss (ahah, non so il nome, l’ho letto tredici volte su Wikipedia ma non me
lo ricordo) è molto Katinss. Rozza, incavolata, cattiva. Non fa un sorriso
neanche a morire per tre quarti di film (a parte che, quando sorride nella
scena finale al distretto 12,
ha la faccia ancora più da cretina) e poi sbaciucchia
Peeta moribondo nella grotta come se potesse mancarle il respiro (sapete quella
canzone di Mika che dice “all I need is the love you breathe, put your lips on
me and I can live under water”?). Personalmente in quel momento avrei voluto
esserci io. Tanto, da kat a Katniss cosa cambia? È solo un “-niss” in più xD
Per tutto il resto del
tempo, che ci resti pure lei ad ammazzarsi.
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