La meccanica del cuore (La mécanique du coeur) è il terzo libro di Mathias Malzieu, il primo tradotto anche in italiano. La copertina è illustrata da Benjamin Lacombe.
Attenzione: anticipazioni sulla trama.
Jack nasce nel giorno più freddo del mondo e la sua levatrice, che è una specie di strega, dottoressa e anche meccanico, per farlo vivere gli impianta sul cuore un orologio a cucù e gli insegna che non dovrà innamorarsi mai, altrimenti gli ingranaggi del suo cuore funzioneranno male e lo uccideranno. Il suo decimo compleanno Jack conosce Miss Acacia, una bambina cantante andalusa e decide di seguirla fino in Spagna, perché è innamorato follemente e non può resistere senza vederla. Passando per Parigi, incontra Georges Méliès, illusionista, orologiaio e (non ancora) pioniere del cinema, che si unisce a lui. A Granada però le cose non vanno troppo bene, e il finale, benché sensato, è assolutamente desolante.
Come al solito mi sono fatta fregare dalla copertina, il che non è poi un grosso problema finché prendo i libri in biblioteca. Sarebbe ben più grosso se li comprassi.
Domenica, mentre ero a Rimini (sotto al diluvio universale), sono passata davanti alla vetrina di Feltrinelli, dove c'erano in bella vista quattro o cinque copie di questo libro. Mi sono fermata a commentarne la copertina con Bruno, e il giorno dopo l'ho preso in biblioteca da me. Una delusione totale. Se proprio volete comprarlo, assicuratevi di avere 15 euro di cui non sapete proprio come liberarvi, perché altrimenti non vale la pena (e poi, con 15 euro potreste anche comprare un altro libro, perché proprio questo?).
L'idea di partenza non è male, anzi, è quasi bella quanto la copertina, ma poi non è sviluppata granché bene (anzi, se devo dirvi la verità, mi è parso di trovarci anche qualche anacronismo, o forse era solo un'impressione). L'unico personaggio interessante avrebbe potuto essere Georges Méliès, ma dopo aver letto La straordinaria invenzione di Hugo Cabret non riesco a immaginarmelo diverso.
Domenica, mentre ero a Rimini (sotto al diluvio universale), sono passata davanti alla vetrina di Feltrinelli, dove c'erano in bella vista quattro o cinque copie di questo libro. Mi sono fermata a commentarne la copertina con Bruno, e il giorno dopo l'ho preso in biblioteca da me. Una delusione totale. Se proprio volete comprarlo, assicuratevi di avere 15 euro di cui non sapete proprio come liberarvi, perché altrimenti non vale la pena (e poi, con 15 euro potreste anche comprare un altro libro, perché proprio questo?).
L'idea di partenza non è male, anzi, è quasi bella quanto la copertina, ma poi non è sviluppata granché bene (anzi, se devo dirvi la verità, mi è parso di trovarci anche qualche anacronismo, o forse era solo un'impressione). L'unico personaggio interessante avrebbe potuto essere Georges Méliès, ma dopo aver letto La straordinaria invenzione di Hugo Cabret non riesco a immaginarmelo diverso.
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