sabato 31 agosto 2013

Recensioni: La notte dei desideri

La notte dei desideri (Der Wunschpunsch) è un fantasy per ragazzi di Michael Ende.
Attenzione: anticipazioni sulla trama.
Belzebù Malospirito, Consigliere d’Affatturazione, è nei guai fino al collo. È il 31 dicembre e la stravagante pendola ha appena battuto le cinque del pomeriggio quando arriva il signor Verme, inviato nientemeno che da Satana in persona a comunicargli che, se entro la mezzanotte, Malospirito non onorerà il contratto nel quale si impegna a compiere degli atti malvagi in determinati campi, sarà pignorato.
Malospirito cerca di discolparsi spiegando che il Gran Consiglio degli Animali, allarmato da tutto il male che ha finora compiuto, gli ha messo in casa una spia, un gatto grasso chiamato Maurice, ragion per cui Malospirito ha dovuto fare molta attenzione nell’esercizio della sua arte. Il signor Verme, in ogni caso, non sente ragioni, e promette di tornare a mezzanotte.
Di lì a poco, Malospirito riceve la visita della zia Tirannia Vampiria, che porta con sé il corvo Jacopo (anche lui spia del Consiglio degli animali) e metà di un lungo rotolo di pergamena e che è fermamente intenzionata a comprare, a qualsiasi cifra, l’altra metà che si trova nella soffitta del nipote. Belzebù Malospirito capisce presto che c’è sotto qualcosa, perché la zia non è una che ama spendere. Lei i soldi vuole guadagnarli. Dopo lunghe trattative, si scopre che la zia è esattamente nella stessa situazione del nipote, ovvero ha ricevuto una visita del signor Verme, e che le due metà della pergamena contengono la ricetta del famoso Satanarchibugiardinfernalcolico Grog di Magog, una bevanda che fa avverare tutti i desideri ma che funziona solo la notte di San Silvestro, e solo prima della mezzanotte. Il grog ha anche la particolarità che, per ogni desiderio, fa avverare il suo contrario, quindi zia e nipote possono tranquillamente farsi sentire dal gatto e dal corvo ad esprimere desideri meravigliosi, che si tramuteranno poi in catastrofi.
Mentre i due iniziano a preparare il grog, Jacopo e Maurice, che hanno origliato tutto il discorso, escono dalla finestra e cercano un modo per annullare l’effetto della pozione. Sanno che l’effetto invertitore viene annullato dal primo tocco delle campane di mezzanotte, ma l’idea di farle suonare prima del tempo non ha esito, perché in cima al campanile trovano San Silvestro in persona. Dopo che gatto e corvo gli hanno spiegato la situazione, il santo dà loro, congelata, la prima nota dello scampanio, perché la gettino nella boccia del grog.
Malospirito e la zia, inconsapevoli, iniziano quindi a tracannare il grog, un bicchiere a testa, e ad esprimere desideri di pace per tutto il mondo, credendo di ottenere l’effetto opposto…

I capitoli sono scanditi dai disegni della pendola, come a ricordare anche a lettore che il tempo stringe. E così, pendola dopo pendola, ti dici: "dai, dai, non ce la fanno in tempo a prepararlo e berlo e tutto", che ovviamente si porta sempre per i buoni.
In verità, tutti i buoni spunti della trama, che Ende ha usato per attaccarcele tutte, come dice mia madre (ossia, per dire le cose come stanno, approfittando della situazione), o almeno per provarci ad attaccarcele, non è che siano usati meravigliosamente. A momenti diventa fin troppo ripetitivo, ma è anche vero che io ho dieci anni di troppo e probabilmente un bambino non ci farebbe caso.
Malospirito e la zia fanno crepare dal ridere, anche se non so se fosse questo il suo intento. In compenso, Maurice è abbastanza ottuso, e Jacopo francamente non è esattamente il mio personaggio preferito.
Ci sono un po' troppe cose che succedono miracolosamente, o almeno così pare, a un occhio allenato come il mio, e forse sono semplicemente troppo critica, godiamoci la speranza che un giorno questa storia si avveri e che il mondo si sistemi.

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